giovedì 3 novembre 2016

Mercati, Trump verso la vittoria? L'analisi Macro e Tecnica prima delle elezioni

L'8 Novembre si avvicina e lo scontro Clinton-Trump potrebbe essere di nuovo essere usato come pretesto per muovere i mercati in una direzione ben precisa. Vista la situazione di incertezza, andiamo a fare un'analisi dei movimenti PRIMA delle elezioni. Ovviamente partirò da S&P500, andrò poi sull'Oro (bene rifugio) e passerò poi ai titoli di Stato e al nostro Ftse Mib.

S&P500

Quello preso in esame è un grafico weekly. Andiamolo a leggere



La Zona Verde chiaro fa riferimento all'evento Brexit e Post-Brexit. Una zona di netta inversione di lungo periodo che sorregge l'andamento Long di diversi di anni (più di 7 oramai dal crollo post-Lehman) e anche quello di breve. La Zona Rossa è quella venduta nel breve, nelle ultime settimane. Il primo target del movimento ribassista è la Zona Gialla, area poi verificatasi di rimbalzo tecnico per poi cedere e scendere.

I prossimi target sono la linea blu posta a 2072 e poi quella rossa a 2045. Questi potrebbero essere i target realisti di questa discesa. Ulteriori discese, le quali sono più che possibili, dipenderanno da come e con che velocità i prezzi arriveranno ai target indicati.

GOLD (ORO)

L'oro, bene rifugio per eccellenza, si trova a dover affrontare un periodo non proprio facile dal punto di vista tecnico. Ovviamente anche qui il grafico è weekly.




Le Zone Verdi sono quelle comprate e quella più bassa il cui estremo superiore è 1247 fa riferimento al Brexit. Vediamo come nella Zona Rossa l'oro è stato fortemente venduto ma la discesa, affinchè potesse essere definita una vera discesa, doveva finire all'interno della zona verde, invece si è fermata sul suo limite superiore. Nella zona gialla il primo target di rimbalzo della discesa di breve.

L'andamento dell'oro è ancora Long, il problema è che sente troppo i livelli pregressi, quindi sarà un test continuo per questo asset. Di base, però, il suo andamento nel lungo periodo è ancora rialzista. Il prossimo target rialzista potrebbe individuarsi in 1340.

BUND

Il Bund, osservato speciale per via della sua fragilità in termini di corrispettivo macroeconomico dei suoi prezzi e rendimenti, sembra cedere.


 Nelle ultime settimane, le zone comprate praticamente non esistono. Esistono solo dei rimbalzi su target brevi di movimento short. Ci troviamo ora nell'area di prezzo sensibile a 161,80, area di prezzo molto sentita tra marzo e giugno di quest'anno. Vediamo però come da giugno a settembre questo strumento è stato fortemente venduto, specie durante l'evento Brexit. Che sia la fine del suo rialzo?

Intanto il prossimo target potrebbe essere 160,36.

FTSE MIB

Il Mib è uno degli indici più deboli del panorama europeo ed essendo sensibile a rialzi e ribassi (più a questi ultimi) è un buon osservato speciale. Andiamo ad analizzarne l'andamento dei prezzi sempre su base settimanale.

Vediamo come siamo messi male a livello settimanale. Respinto 17270 è sceso fortemente e sembra puntare come target a 16210. Questa zona sembra essere per comprata dal mercato anche se il trend rimane short nel lungo periodo, uno short da prendere con le pinze. Non c'è stato alcun pattern di inversione sul lungo periodo nel post-Brexit a differenza di S&P500 in cui il pattern è molto marcato. I prossimi target di discesa di questo indice sono quindi 16210 e poi 15780.

BREVE RESOCONTO MACRO

Qual è la situazione a livello macroeconomico circa la situazione attuale pre-elezioni Usa?

USA: I mercati Usa sono sui massimi da sempre guidato essenzialmente da annai di manovre espansive. Tali manovre incontrano ora la PRIMA e UNICA manovra restrittiva che è rappresentata dall'aumento dei tassi, aumento che stenta a venire per via del debito elevato e dei tassi di interesse bassi sui titoli di Stato. Un aumento dei tassi potrebbe essere controproducente su queste due variabili che, qualora dovessero destabilizzarsi dai livelli attuali, potrebbero far crollare i mercati. Questo è il motivo per cui la Yellen tergiversa da mesi sull'aumento dei tassi. I bei numeri di stampo macro non abbasseranno mai il debito pubblico e di certo non influiranno sui titoli di Stato.

EU: Il problema dei prezzi e dell'inflazione è un problema di domanda per beni di consumo e non ha natura finanziaria. Draghi ha fatto e sta facendo il possibile dimostrando una grande competenza come banchiere centrale. Qui i titoli di Stato rendono poco e il divario tra i prezzi dei titoli di Stato e i numeri sottostanti i paesi dell'EU è enorme. I mercati azionari sono variegati e anche il Dax ha dimostrato debolezza rispetto agli indici americani.

TITOLI DI STATO E FIXED INCOME: Per le ragioni dette prima, il mercato dei titoli di Stato è in bolla. Enorme il divario tra rischio pagato e rischio reale sul mercato. Prezzi alti per un rischio alto e un rendimento basso non rappresentano condizioni ideali di uno strumento da mettere in portafoglio, neanche in ottica speculativa. Lo "scoppio di una bolla" su questo mercato potrebbe avere ripercussioni veramente molto gravi.

AZIONARIO USA e EU: L'azionario sale oramai dal post-Lehman e le impostazioni, seppur ribassiste nel breve, sembrano essere rialziste nel lungo. Rimane vero però il fatto che la forza rialzista anche nel lungo periodo è andata a smorzarsi quindi un aumento della volatilità con queste condizioni potrebbe portare a nuovi crolli che incideranno nel lungo periodo.

BENI RIFUGIO: Negli ultimi giorni/settimane c'è stata una corsa alle materie prime "preziose" in primis oro e argento. Da qualche giorno torna ad essere comprato il franco svizzero (CHF) e soprattutto lo yen (JPY) che sembra tornato ad essere comprato e puntare verso 100,20.

IL QUADRO DEFINITIVO

- Incertezza e mercato obbligazionario in tensione. 

- Tornano i beni rifugio insieme alle valute rifugio. 
- Mercati azionari disallineati e con rialzi lenti e deboli. 
- Numeri dal lato banche centrali che non incoraggiano. Fed non riesce ad alzare i tassi e Bce non riesce a combattere l'inflazione bassa.
- Trump visto come il "male" per il mondo e per gli Usa. 

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