domenica 8 settembre 2019

Trump Vs Powell: Gli USA possono Permettersi un Taglio dei Tassi?

Trump vuole un dollaro più debole (giustamente) mentre Powell sta facendo palesemente tagli dei tassi solo ed esclusivamente per agire sul mercato valutario.

UN DOLLARO SUPER-FORTE

Negli ultimi mesi, il dollaro ha continuato ad apprezzarsi contro tutte le major ad eccezione dello Yen. Contro Euro siamo passati da 1,25 del 2018 a 1,1050 (area di minimi) di quest'anno, in pratica un apprezzamento del 10%. Su Sterlina la situazione è ancora più marcata mentre sul Franco Svizzero la situazione è relativamente stabile.

Il Dollar Index ha toccato quest'anno quota 99,40 registrando +12% dal 2018.

Il dollaro si è apprezzato molto e questo è giustamente un problema per le esportazioni degli USA, ma soprattutto c'è il problema relativo al debito e all'inflazione.

DOLLARO E DEBITO PUBBLICO

Il debito pubblico USA è andato oltre 22 trilioni di USD, mentre il rapporto debito/PIl è al 106.10%.

Questi numeri devono essere contestualizzati a ciò che è successo in passato, altrimenti non capiremo mai l'entità reale della gravità della situazione USA.

Il rapporto debito/Pil degli USA nel 2009 era dell'82,1%, nel 2018 è 106,10%. Un aumento su base 9 anni del +29,23%.







Il debito pubblico è passato dagli 11 trilioni di USD del 2009 ai 23 trilioni del 2019. Un incremento del debito pubblico di oltre il 100%.




In pratica abbiamo avuto un raddoppio del debito pubblico con un ovvio aumento del rapporto debito/pil del 30% in 9 anni.

La situazione è stata contenuta bene, ossia, il PIL è riuscito a fare da cuscinetto al forte aumento del debito pubblico MA...dal 2009 il Dollar Index registra un aumento del 33%.

UNA SITUAZIONE AL LIMITE

Ebbene sì, gli USA hanno gestito bene la situazione debito/PIl aumentando la quantità di moneta con i vari QE (aumento de debito) aumentando contestualmente il PIL e l'inflazione. La situazione a livello macro è ottima con numeri eccezionali per quanto riguarda Pil  Occupazione ecc.

Il vero problema risiede nel dollaro. Un aumento del debito nominale del 100% in 10 anni è appesantito da un apprezzamento del dollaro di oltre il 30%. Questo apprezzamento del dollaro fa sì che il Valore Reale del debito aumenti del 30% rispetto a 10 anni fa (es.: gli 11 trilioni del 2009 sono pari a 14 trilioni nel 2019).

TRUMP, POWELL E TASSI DI INTERESSE

Trump vuole un dollaro debole, Powell vuole gestire bene una situazione al limite.

La situazione a livello di inflazione è ottima: 1,8% (perfettamente nei target)


Questa situazione, in realtà, è perfetta per una stabilizzazione dei tassi o addirittura per un aumento, non per un ribasso.

Tagliare i tassi con un'inflazione nei target e un'economia a gonfie vele potrebbe portare l'economia ad una situazione di iperinflazione, una delle spirali da evitare per un banchiere centrale insieme alla deflazione.

Trump vuole un abbassamento dei tassi per deprezzare il dollaro, Powell si trova costretto ad assecondare Trump in quanto, effettivamente, il dollaro è veramente troppo forte.

In pratica, se la situazione Inflazione dovesse sfuggire di mano, potrebbe scoppiare una vera e propria bomba a livello finanziario dove un dollaro debole aiuta sicuramente il rimborso dei titoli di Stato, ma allo stesso tempo rischia di portare l'economia reale nell'iperinflazione che comporta inevitabilmente ad una politica di aumento dei tassi mandando nel caos il sistema bancario che avrebbe difficoltà sulle coperture a lungo termine.

BANCHE CENTRALI SBILANCIATE

In zona euro abbiamo costi del denaro molto bassi. In Europa i tassi stanno a 0% e sembra che la situazione inflazione non voglia migliorare fino al raggiungimento dei target. Questo proseguimento delle politiche espansive porta inevitabilmente ad un conto salato per i cittadini europei quando i tassi di interesse risaliranno a livelli normali. In Svizzera abbiamo dei tassi negativi mentre in UK la situazione è abbastanza equilibrata che non giustifica assolutamente un ribasso della sterlina di lungo termine (Volatilità su Brexit permettendo).


COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE?

Powell ha aperto ad un nuovo taglio dei tassi di uno 0,25%. Ecco cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi:

1) Trend del USD in ribasso per via del taglio tassi e propensione a comprare major con possibilità di ripresa del costo del denaro come EUR (tassi allo 0%) e GBP (unica con situazione ottimale per un aumento sano dei tassi)

2) Aumento dei prezzi delle materie prime, soprattutto quelle a protezione dall'inflazione (in possibile aumento negli USA con un taglio dei tassi) come Oro e Argento

3) Ripiego tecnico del mercato azionario molto forte per via dei forti squilibri sui tassi di interesse tra le diverse aree geografiche

sabato 17 agosto 2019

Mercati in Crollo di Lungo Periodo. In arrivo un Nuovo 2008?


Osservando l'impostazione tecnica di S&P500, l'indice azionario più importante al mondo, ho notato una somiglianza tecnica con la crisi del 2008 nei grafici mensili. Non voglio assolutamente diffondere panico o sembrare pessimista, però quello che vedo è semplicemente una somiglianza tecnica che mi fa pensare ad un ipotetico crollo di lungo periodo sul mercato azionario. 





Vediamo insieme i punti che mi fanno pensare ad un crollo così corposo dei mercati.

1) IMPOSTAZIONE TECNICA SU BASE MENSILE: Il mese di agosto ancora non è finito, ma l'impostazione attuale su S&P500 mi fa pensare ad una chiusura al di sotto di area 3000. Una chiusura al di sotto di questo livello, apre spazio a nuovi ribassi che necessariamente portano a nuovi minimi. Da notare la somiglianza dei movimenti delle aree chiuse nei due quadrati nella figura.

In entrambi i quadrati ci sono 3 massimi intervallati dalla generazione di minimi intorno ai livelli dai quali sono partiti i movimenti rialzisti. L'unica vera differenza sta nel fatto che tra il 2018 e il 2019 i minimi sono stati rotti, nel 2008 abbiamo visto solamente un appoggio su quei minimi.

In sostanza c'è una forte somiglianza tecnica con il movimento generico: Generazione di 2 massimi con rimbalzi sui minimi e generazione del Terzo Massimo con affondo nello spazio di 3 mesi. Per il momento ci troviamo ancora nel primo mese dei 3 che potrebbero dar vita al crollo.

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2) TROPPO "CASH" NEL MERCATO: Nel mercato c'è troppo cash dovuto alle forti manovre espansive delle Banche Centrali nel corso degli ultimi anni. Esempio eclatante è la BCE che continua a inondare il mercato di liquidità generando una sorta di "Overdose" da cash. In sostanza, la liquidità non genera inflazione in quanto i titoli di Stato quotano molto alti offrendo rendimenti molto bassi (Vedi BUND o Treasuries USA). Questa è un' ANOMALIA in quanto il mercato dei Titoli di Stato è sorretto solo ed unicamente dalle Banche Centrali per effetto dell'emissione di liquidità. Fenomeno singolare è il fatto che EQUITY e FIXED INCOME sono saliti allo stesso ritmo nel corso degli ultimi anni, l'opposto del FLIGHT TO QUALITY classico che invece è solito nei mercati con regolare funzionamento di lungo periodo.

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3) ASIMMETRIE NEI TASSI DI INTERESSE: Mentre gli USA si trovano in una condizione di dover tagliare i tassi per contenere la futura e inevitabile recessione ciclica, la BCE si trova ancora a dover decidere se e quando alzarli. Questo sbilanciamento porta a delle conseguenze importanti sul mercato valutario che, nel caso di EURUSD, si trova a dover affrontare, da più di un anno, una fase Laterale/Ribassista che non sfoga mai in un movimento nel senso opposto, cosa che potrebbe avvenire nell'arco dei prossimi 3 mesi.


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CONCLUSIONE: Quello che vedo è una somiglianza tecnica, accompagnata da una situazione macro assolutamente precaria dal mio punto di vista. Nel mercato c'è una situazione molto simile su EURUSD che sembra pronto a partire forte al rialzo dopo una lunga fase laterale/ribassista. Ovviamente su EURUSD farò un articolo a parte.

DISCLAIMER: Le informazioni contenute all'interno di tutti i video di questo canale/sito hanno un puro scopo DIDATTICO e INFORMATIVO. Gli utenti che utilizzeranno tali informazioni per investire le proprie risorse hanno la piena responsabilitàsul proprio operato e sui propri risultati. 

L'attività di Trading è altamente rischiosa, pertanto operare con informazioni prese senza un calcolo del rischio edel money management, può mettere a serio rischio l'integrità del capitale investito. In tal merito, si ribadisce la totale responsabilità operativa da parte del trader, in questo caso utente del mio canale Youtube e del mio Blog.



domenica 28 luglio 2019

Crisi USA: Dollaro in Bolla?


Mi sono imbattuto oggi in un post su Facebook che parlava di come la situazione sui mercati dei titoli governativi stia cambiando, soprattutto guardando come la BCE si stia muovendo per tentare di far rialzare un'inflazione che proprio non ne vuole sapere di risalire verso il target del 2% (o poco sotto come dice lo statuto).

Ecco qui un estratto di quanto scritto nel post come risposta. Come potete vedere i riferimenti sulle condizioni in questo momento dell'economia USA siano alquanto bizzarre. Ecco l'estratto:

"A livello tecnico la situazione è ancora "laterale-ribassista" su Euro. Questa situazione di lateralità accompagnata da un costante aumento del Dollar Index è una cosa pericolosa. Mentre nell'area Euro ci si preoccupa di far aumentare l'inflazione ai livelli standard (poco sotto il 2%), negli USA abbiamo degli ottimi numeri a livello di economia reale ma allo stesso tempo pessimi in termini di finanza pubblica. 

Debito Pil in aumento dal 2009 dove si è passati da 82,3% a oggi con un 106,1% (in sostanza un aumento del 28% rispetto al 2009) 

Il debito pubblico è passato da 12 trilioni USD a 22 trilioni USD, quasi raddoppiato.

La curva dei rendimenti è in Downward Sloping anche se potrebbe sembrare flat.

Per carità, i mercati si possono muovere in modo illogico, ma piùsi muovono in modo irrazionale e più il colpo sarà forte quando si tornerà alla realtà.
In conclusione, secondo me il mercato dal 2008 è cambiato e non di poco. Il forte aumento della liquidità per ri-alimentare il mercato creditizio non è stato accompagnato da un aumento della domanda tale da portare il ritorno a livelli di inflazione normali (vedi caso UE). Questo porta ad un aumento artificioso dei prezzi non dovuto alla domanda reale, bensì ad un conseguente aumento dell'offerta di moneta non immessa nel circuito economico ma "spostata" direttamente sui vari comparti di rischio (Azioni, Bond ecc.) 
Penso che a breve potremmo vedere per la prima volta dopo molti anni, il caso in cui è una valuta ad essere sovra-prezzata rispetto ai suoi fondamentali, ossia il Dollaro Americano, con non poche conseguenze sui vari mercati denominati in essa.
"

In pratica dico che il dollaro è in una sorta di bolla valutaria, una cosa che non si era mai vista e che probabilmente non avrà mai la stessa dinamica di una bolla su un mercato unidirezionale nel lungo periodo come può essere l'azionario. Il tutto dovrebbe essere seguito da un insieme di fattori che coinvolgono in primis le altre majors, ossia euro, sterlina, franco svizzero e yen. Se non vediamo movimenti consistenti su almeno due di queste 4 valute, a quel punto la situazione è destinata a non cambiare, o meglio, sarà destinata a rimanere così per sempre cambiando gli standard di valutazione dei prezzi dal 2008 ad oggi.

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lunedì 22 luglio 2019

Mercati, Segnale di Ribasso su S&P500


Segnale di ribasso su S&P500 che sembra pronto a scendere almeno per questa settimana. Dopo aver toccato dei livelli molto importanti, soprattutto area 3000, abbiamo visto la generazione di un segnale ribassista su base settimanale proprio nella chiusura di venerdì scorso.

Già da questa settimana potremmo ritornare verso area 2900 per poi, solo successivamente, sperare nel raggiungimento di aree di prezzo più basse come area 2850. ATTENZIONE questo livello è tecnico e per ora non abbiamo segnali chiari di possibile raggiungimento dello stesso in questa settimana.

Per ora l'unica certezza è che il segnale generato su base settimanale, quella candela rossa sul grafico nel video, è ribassista.

lunedì 15 luglio 2019

Ferrari: +70% da Inizio Anno. Titolo in Bolla?


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Ferrari sfiora il livello 150, livello impressionante considerando che giusto pochi mesi fa quotava 84

Il rendimento del titolo da inizio anno è assolutamente fuori dal comune considerando il fatto che i mercati azionari già hanno performato un 20% da inizio anno.

TITOLO IN BOLLA?

Osservando il solo rendimento, potremmo pensare che il titolo si trovi in bolla ma, per alcuni analisti, il titolo potrebbe ancora correre verso 155. Sinceramente, al di là, delle considerazioni di natura fondamentale, mi sembra assurdo vedere un titolo così importante rendere così tanto rispetto la media del FTSE MIB.

Secondo me il titolo è in bolla e, ovviamente, questa considerazione è derivata dal fatto che il rendimento è assolutamente fuori controllo.

CASO ISOLATO?

S&P500 vola oltre 3000, anche qui il rendimento a 6 mesi è assurdo. Dai minimi del 26 dicembre abbiamo un rendimento del 30%, in pratica circa un 5% al mese con drawdown minimi se non nulli.
Potrà proseguire così anche per i prossimi mesi?

A quanto pare, gli analisti fondamentali continuano sull'onda dei profitti e degli utili che viaggiano ancora al rialzo, sottovalutando il rischio di mercato derivante da un futuro aumento del costo del denaro in Europa e un possibile taglio dello stesso negli USA. In più mettiamoci anche una curva dei tassi invertita negli USA.

Le Mie Idee di Trading (TradingView): https://bit.ly/2XfK3eH

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COSA NE PENSO

Penso proprio che quando i mercati azionari decideranno di ritracciare, come è giusto che sia dopo questi rendimenti, a quel punto Ferrari sarà pronto ad un bel ritracciamento, di almeno il 20%.

Mercati al Bivio: Salita Importante o Crollo Decisivo?

I mercati si trovano letteralmente in un bivio che costringe gli operatori, specie quelli che operano nel lungo periodo, a dover prendere de...