venerdì 26 agosto 2016

Crisi Bancaria, come la vede un trader professionista

Sono molto contento del fatto che il mio blog sia seguito non solo da chi si sta avvicinando al settore, ma anche da chi da molto tempo opera sui mercati e mi scrive lasciando le sue opinioni molto costruttive in merito a ciò che sta succedendo sui mercati, in particolare sul nostro indice FTSE MIB, la cui componente finanziaria/bancaria è rilevante all'interno del paniere.

Qui di seguito, l'opinione di un lettore/trader con cui mi scambio volentieri delle opinioni e delle valutazioni, una persona da stimare vista la sua COMPETENZA spiccata e la sua voglia di CONDIVISIONE della stessa. 


Il suo nome è Fabrizio ed è un trader del nord Italia. Vediamo come la pensa sull'attuale stato delle banche italiane, anche in un'ottica fondamentale.

UNICREDIT

Uno stress test non proprio eccellente visto che è arrivata al 47esimo posto su 51 banche, quindi in zona retrocessione, addirittura peggio di Deutsche bank evBarclays. Ma la cosa sconvolgente sono i conti delle scorse settimane, dove si registra un CET1 addirittura in calo rispetto a mesi fa. 

Migliora di 20 punti se si calcolano le cessioni, ma in realtà sarebbe sempre inferiore rispetto a mesi fa. Questo signifiica che Unicredit erode capitale e non è in grado di produrne da solo, ma soltanto attraverso cessioni. Poco conta che sia migliorato l'utile, di fatto sta perdendo solidità, come se "mi aumentassero lo stipendio ma poi spendo di più e prendo risorse dai miei risparmi per andare avanti".

L'aumento di capitale è inevitabile e dovrà per forza tirare su parecchi miliardi. Le dismissioni non basteranno, perchè non potrà dismettere tutta Fineco e Pekao, visto che sono i due gioielli che gli portano utili in casa. Per paradosso, Unicredit è meglio che resti sistemica, visto che dall'estero arrivano tutte le entrate.


INTESA

Su intesa direi che questi problemi non ci sono, ma essendo gemella di Unicredit, inevitabilmente ne sente anche l'influenza borsistica. Fra l'altro la politica dei dividendi  troppo elevati non è sostenibile. Per paradosso, aumenta gli utili grazie all'aumento delle commissioni, perché i margini sugli interessi sono crollati e continueranno a venire erosi.
  
IL SISTEMA BANCARIO 

In linea generale le nostre banche sono messe male, anche in relazione alla nostra situazione economica generale. Si pensi che sono crollati i finanziamenti all'edilizia, da 57 miliardi a 18 miliardi di euro, un crollo epocale. Questo la dice lunga sul sentiment. Deutsche bank è una mina piena di derivati, ma non ha i nostri incagli. Il mercato punisce i crediti inesigibili, perchè sono perdite reali. La media europea è del 13%, ma in realtà la media viene alzata dall'Italia, che ha il 18%, contro il 3% di Francia e Germania. Si può ben intuire come le nostre banche hanno perso valanghe di denaro, che le altre banche europeee non hanno perso. 

Dati i tassi negativi della BCE, è molto probabile che le banche detengano in futuro le loro risorse presso i propri forzieri, comunque sfruttando il fatto che la BCE continua a comprare titoli obbligazionari.

Colgo l'occasione per salutare e soprattutto ringraziare Fabrizio per queste valutazioni in merito a tale situazione. Di nuovo i miei ringraziamenti e complimenti. 

martedì 23 agosto 2016

"Mercati in Bolla" a dirlo è un Hedge Fund Manager. Ecco i motivi

Dopo mesi in cui ho parlato di "bolla" sul mercato obbligazionario, arriva finalmente una voce sicuramente più autorevole di me, o meglio Paul Singer, Hedge Fund Manager del fondo Elliot Management, fondo istituito nel 1977 e che ora vale 28 miliardi di dollari.

Nella lettera agli investitori, i motivi secondo Singer per cui il mercato si trova in bolla:
1) Oltre 13 trilioni di dollari (13.000 miliardi) di Bond con rendimento negativo
2) Posizionamento della gran parte degli investitori in beni rifugio e in asset il cui rendimento è prossimo allo zero se non negativo
3) Potere alle banche centrali che non potranno evitare l'inflazione

UNA MIA INTERPRETAZIONE

Quello che dice Singer lo dico da molto tempo addietro (Articolo del 23/12/2015 in cui parlavo di obbligazionario in bolla)  e in più mi permetto, in tutta la mia "inferiorità" rispetto ad un personaggio del genere, che sarà inevitabile quella che viene definita una "trappola della liquidità": prezzi alti e rendimenti prossimi allo zero portano gli investitori a non vendere e a vedere bloccata la propria liquidità per via delle ingenti perdite in conto capitale che si possono incontrare nello smobilizzo di attività a rendimento prossimo allo zero. In sostanza, meglio tenere i titoli che venderli.

Questo porta ad un "mancato" flight to quality e vedremmo crollare il mercato azionario per via della liquidità non immessa nel mercato.

CONCLUSIONE

I mercati è vero sono scesi da inizio anno, specie quelli deboli come il nostro FTSE Mib che perde da inizio anno un cifra che si aggira attorno al 20%, ma è pur vero che le condizioni di mercato non sono neanche ottimali per un recupero/rialzo duraturo nel tempo. Andare al rialzo potrebbe essere pericoloso, parola di Hedge Fund Manager (ovviamente non io). 

domenica 7 agosto 2016

Crisi Bancaria, in arrivo un nuovo 2008 dall'Italia?

Ritorno a scrivere dopo un po' e questa volta parlerò sì di mercati, ma allo stesso tempo mi focalizzerò sulla questione banche. Al di là della mia visione, fortemente ribassista, cercherò di analizzare nel modo più oggettivo possibile la situazione attuale delle banche più importanti del listino FTSE Mib: Unicredit e Intesa

BANCHE: COME SIAMO MESSI?
 Dagli ultimi risultati degli stress test possiamo dire che Intesa e Ubi reggono bene rispetto ad Unicredit, la quale risulta essere comunque più "resistente" e solida rispetto ad alcune banche blasonate a livello europeo come Deutsche Bank, Commerzbank, RBS e ABN Amro (Clicca qui per i risultati dello Stress Test). Come potrete vedere nel link dello stress test, la peggior banca d'Europa è in assoluto Banca Monte dei Paschi di Siena.

In sostanza, il FTSE Mib risente in modo molto marcato dell'andamento dei titoli bancari e di conseguenza non è un caso che è l'indice più debole d'Europa con un bel -22,37% da inizio anno e un -27.13% dallo scorso agosto (dati Bloomberg clicca qui).


UNICREDIT

Al di là delle voci sui possibili aumenti di capitale in programma, mi soffermo sull'andamento grafico e sui numeri dietro questo titolo.

La performance a un anno è stata del -68,9% e il titolo presenta un beta pari a 1,78.


Dando un'occhiata al grafico settimanale, è palese il trend ribassista in atto e che non sembra proprio volersi arrestare in alcun modo. Osservando poi la conformazione dei prezzi formatasi nelle ultime 3 settimane, vediamo come il livello 2,30 sia stato fortemente venduto. Il prossimo target di movimento per questo titolo è sicuramente l'area dei minimi a 1,71 e non si esclude assolutamente un allungo verso area 1,60 e 1,50 successivamente. 


UNICREDIT SETTIMANALE

INTESA SAN PAOLO SETTIMANALE
INTESA SAN PAOLO

Il titolo ha una performance ad un anno pari a -44,7% con un beta pari a 1,55, nettamente minore rispetto ad Unicredit.

Secondo i recenti stress test dell'EBA, Intesa è la miglior banca italiana, perciò andiamo a vedere come si sta comportando il titolo sul nostro listino in quanto il suo andamento potrebbe rivelarsi fondamentale nel trascinare tutto il comparto in una determinata direzione.

Anche qui nelle ultime settimane l'area 1,98/2,00 è stata respinta vigorosamente, quindi mi attendo un primo target in area 1,70 e 1,50 poi, Ricordiamoci che tra i bancari Intesa è uno dei più forti a livello relativo.


MPS, NUOVO 2008?

Un caso a parte per cui evito di postare anche grafici vista la forte volatilità del titolo improntato fortemente al ribasso e di cui evito di parlare in quanto la sua probabilità di fallimento, per quanto non ne parlino in modo palese, mi sembra molto elevata. Perché?

Dal febbraio 2016 si è dato il via al processo di cartolarizzazione degli NPL, detti non-performing loans, meglio conosciuti come crediti deteriorati. In sostanza sono crediti la cui probabilità di estinzione si riduce nel tempo, in pratica crediti altamente rischiosi.

Ora questi NPL, oramai cartolarizzati, possono essere "piazzati" in portafogli di rischio diversi ed essere sparsi all'interno del mercato, facendo sì che la banca possa disfarsi di questi crediti il prima possibile.

Questa pratica è molto simile a quella del 2008 con i mutui subprime (anche essi crediti per le banche). Appena si accorsero che i mutui stavano per non essere ripagati, vennero cartolarizzati e messi sul mercato, sparsi all'interno di portafogli di rischio di diversa natura. L'epilogo di quella pratica lo sappiamo tutti e in un modo o nell'altro, ne stiamo ancora pagando le conseguenze.

IN PRATICA...
Quello che voglio dire è di stare molto attenti ad entrare su certi titoli e di fidarsi il meno possibile di coloro che dicono "il prezzo è basso...", "è un buon prezzo per il lungo periodo", ecc. Purtroppo del destino di certi titoli non ne sappiamo nulla in quanto non possediamo informazioni a sufficienza per verificare effettivamente se una banca è solida oppure no. Basta lo scoppio di una bolla, magari quella del reddito fisso, oppure uno scandalo sugli NPL a far crollare ogni numero sui bilanci a favore delle banche. Il rischio sistemico è ora molto elevato e la situazione di mercato non è rassicurante.











Mercati al Bivio: Salita Importante o Crollo Decisivo?

I mercati si trovano letteralmente in un bivio che costringe gli operatori, specie quelli che operano nel lungo periodo, a dover prendere de...