giovedì 8 settembre 2016

BCE: Draghi e il QE3 che farebbe male agli USA

Questo è un breve post dove illustrerò i motivi secondo cui la BCE non riesce neanche ad arginare (quantomeno risolvere) il problema della bassa inflazione in Europa, condizione accademicamente deleteria per l'economia europea.

BCE (Inflazione) VS FED (Debito)
Il grande problema che attanaglia la finanza mondiale è senza ombra di dubbio l'operato delle banche centrali che, in modo congiunto (FED, BCE, BOJ, SNB) hanno in questi ultimi anni fatto manovre espansive partendo da condizioni molto diverse tra loro (vedi i vari tassi di interesse di partenza dal 2009 in poi).




La BCE ha il problema della bassa inflazione, ora allo 0,2%, che prevede invece un target compreso tra 1,5-2% per avere una condizione ottimale. La BCE dovrebbe fare manovre espansive maggiori per spingere in modo artificiale l'inflazione verso livelli più alti. Di base questo sarebbe un problema di non poco conto per gli USA in quanto, un tasso di cambio dove la valuta europea si va a deprezzare nei confronti del dollaro USA, andrebbe ad aumentare il valore reale del debito USA già alto sia in termini assoluti (oltre 18.000 miliardi di USD) e in termini relativi (oltre 104% di debito).

I dati riportati, come potete vedere dall'immagine, sono ripresi dal sito TRADING ECONOMICS (Clicca QUI)

La FED, qualora la BCE dovesse fare un nuovo QE (alla europea), si trova in difficoltà sul tema "aumento tassi", cosa che la FED non può assolutamente permettersi qualora si dovesse apprezzare il dollaro USA.

In sostanza, la politica attuale della FED va contro la BCE e viceversa.

LA CONDIZIONE OTTIMA

BCE: Non sono le manovre espansive a dover aumentare l'inflazione, in quanto le masse monetarie immesse nel sistema bancario rimangono nella casse delle stesse banche senza circolare. In sostanza è massa monetaria mai immessa nel mercato. L'inflazione in Europa è guidata quindi dalla domanda e senza stimoli per quest'ultima l'inflazione non salirà mai.

FED: Un aumento del valore del dollaro è deleterio per gli USA che si ritroverebbero con un'economia in miglioramento dal punto di vista reale ma in seria difficoltà sotto il punto di vista del debito, aumentato a dismisura per via delle recenti manovre espansive da 6 anni a questa parte.

SOLUZIONE: Un piano fiscale più "morbido" in Europa aumenterebbe la probabilità di prestito verso imprese e famiglie, il che aumenterebbe la domanda per beni e consumi che portano inevitabilmente ad un aumento dell'inflazione a livello "strutturale" e non fittizio come si vuol fare ora. Questo porterebbe ad un aumento del tasso di cambio che andrebbe a "svalutare" il dollaro USA che si troverebbe quindi con un debito diminuito in termini reali e che potrebbe finalmente alzare i tassi senza temporeggiare come la Yellen sta facendo da qualche mese a questa parte.

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