Sta per finire l'anno e io sono ancora qui a parlarvi di mercati, quelli che in vacanza non vanno mai. Molto probabilmente EurUsd potrebbe chiudere l'anno 2015 al di sopra di quota 1,10. Ebbene sì, su questo mercato gli scambi ancora ci sono, anche in periodi di vacanze natalizie.
Gli strappi all'interno della giornata ci sono, soprattutto per via di alcuni "vuoti" che si creano nei book di negoziazione, però la tendenza di fondo, quella ci interessa maggiormente, rimane sempre la stessa nel breve.
Come potete vedere da questa IDEA pubblicata sul sito TradingView (Clicca qui), EurUsd è improntato al rialzo dopo una "finta" ribassista fatta il 23 dicembre. L'anno di EurUsd potrebbe chiudersi quindi sopra 1,10, per lo meno, probabilmente sforerà questo livello prima della chiusura dell'anno.
Con questo post, colgo l'occasione di fare i miei MIGLIORI AUGURI A TUTTI VOI che mi seguite, che leggono questo post e a tutti coloro che, come me, sono appassionati di finanza e di mercati, la cui lettura fa capire la vera essenza pragmatica dell'andamento della nostra società
DA NON PERDERE:
- Mercati, i Trend per il 2016: Azioni, Obbligazioni, Forex e Commodities
- Mercati pronti ad un crollo nel 2016
lunedì 28 dicembre 2015
giovedì 24 dicembre 2015
Mercati pronti ad un crollo nel 2016
I mercati sono pronti a crollare. Facendo luce su questi dati di fatto che qui sono elencati, non mi viene di certo in mente un 2016 roseo. Di seguito le motivazioni per cui il mercato dovrebbe stornare pesantemente:
1) Aumento della volatilità su Azionario: L'azionario europeo, prendendo come riferimento il Dax, presenta un aumento della volatilità che, ahimè, sugli indicatori più classici non viene mai identificata in tempo ma, osservando le singole candele, è lampante l'aumento della volatilità. La volatilità è sintomo di paura e soprattutto INCERTEZZA, parola che ai mercati non piace.
Dal grafico su base mensile si può notare come l'aumento della volatilità precede i crash di mercato. La volatilità non aumenta ovviamente in poche settimane ma, da come è evidente, ci mette dei mesi. Guardate quanto è aumentata la volatilità negli ultimi mesi rispetto alla volatilità bassa della salita "sana" avuta da ottobre 2011
2) Mercato dei Bond con rendimento negativo: Risulta assolutamente anomalo il fatto che il mercato, oltre alle banche centrali con le loro manovre espansive, continui a comprare titoli di Stato governativi. Siamo arrivati al punto che il prezzo di alcuni titoli senza cedola (vedi asta dei CTZ del 25/11) è salito al punto tale che si ottengono rendimenti NEGATIVI. Sì, esatto, investite dei soldi e ve ne tornano di meno di quanti ne avete investiti. Ah, il rendimento negativo è garantito! Secondo il mio modesto parere, alcuni operatori si stanno mettendo al sicuro, o meglio, mettono al sicuro il proprio capitale in quanto preferiscono vedere un -0,5% all'anno rispetto, magari, ad un rendimento ancora minore proveniente da altri comparti. I bond sono per ora visti come bene rifugio in quanto garantiti, non solo dagli Stati, bensì dalle banche centrali.
3) FED pronta ad alzare i tassi: Direi anche pronta a far crollare i mercati se dovesse alzare i tassi con queste condizioni di mercato. Azionari e Bond ipercostosi, dollaro iper-forte e materie prime sottoquotate (per via dell'iper-dollaro). Se la Fed dovesse alzare i tassi, onde evitare shock sul mercato dei cambi (EURUSD) e di conseguenza sulle importazioni ed esportazioni dei paesi emergenti ed emersi (vedi Cina, Russia, Australia, Brasile, molto legati alle materie prime), i prezzi del mercato azionario dovrebbero fisiologicamente scendere per compensare l'anomalia presente sul mercato obbligazionario. A maggior ragione, l'aumento della volatilità giustifica questo evento. In più la Yellen ha affermato che la sua politica sarà "accomodante"...che significa essere accomodanti ma allo stesso tempo fare una politica restrittiva? Significa alzare i tassi qualora l'inflazione lo possa consentire. Questo è un altro elemento di incertezza in quanto non si saprà con probabilità quanto e quando si alzeranno i tassi durante l'anno.
4) Effetto gregge su EurUsd e correlazioni con azionario: Molti operatori sono convintissimi di un rialzo tassi Fed e di un cambio alla parità sulla coppia EurUsd. Non c'è situazione più consona per descrivere l'effetto gregge presente attualmente sui mercati. Se la Fed dovesse alzare i tassi a dicembre, probabilmente vedremo Eur/Usd scendere inizialmente per poi riprendere la sua corsa verso livelli più accettabili (1,15-1,20). Il caso vuole che tra Eur/Usd e azionario ci sia correlazione negativa. Quando scende Eur/Usd sale il Dax e viceversa.
DA LEGGERE: I maggiori Trend per il 2016
DA LEGGERE: I maggiori Trend per il 2016
mercoledì 23 dicembre 2015
Mercati 2016, i Trend principali: Azioni, Obbligazioni, Forex e Commodities
Siamo giunti alla fine del 2015 ed è giunto il momento di iniziare a considerare cosa potrà succedere e come si potranno muovere i mercati nei prossimi mesi del 2016.
EURUSD: Il cambio è principalmente influenzato dalle politiche delle banche centrali mondiali. La mia view è rialzista in un canale di negoziazione annua compresa tra 1,06-1,25
La FED ha aperto al rialzo graduale dei tassi, rialzo che sarà accompagnato comunque da una politica "accomodante". Ciò sta a significare che il rialzo dei tassi sarà particolarmente influenzato da quella che sarà la ripresa dell'inflazione Usa. In Europa, la BCE sta fornendo liquidità al mercato e il settore privato risponde bene grazie all'accelerazione dei prestiti, con la speranza che l'inflazione torni a salire anche in Europa, forse anche prima degli Usa. EurUsd non vedrà la parità anche perchè l'inflazione in Europa è improntata al rialzo mentre questa aspettativa è paradossalmente più debole per gli Usa.
AZIONARIO USA e EU: La correlazione con EurUsd non fa sperare bene per i mercati i quali subiranno sicuramente uno stop dell'attuale trend rialzista su base mensile. A sfavore del trend toro, la correlazione negativa con EurUsd e l'aumento della volatilità negli ultimi mesi. La volatilità sui massimi di un trend rialzista è un elemento che fa paura. Inoltre, a livello macroeconomico, l'eccesso di liquidità voluto dalle banche centrali mondiali (BCE, FED e BOJ) ha permesso il confluire di molti capitali all'interno dei mercati finanziari. Il problema è che questo denaro ha annacquato l'azionario in quanto l'obbligazionario non offre più rendimenti accettabili, pagando così un premio al rischio non adeguato. La caccia ai rendimenti ha lasciato poca scelta agli investitori che si sono trovati a dir poco costretti ad entrare nel mercato azionario quasi in modo forzato. La volatilità con questa situazione non è accettabile per il proseguire di un trend rialzista.
OBBLIGAZIONARIO: Questo mercato è in bolla. La bolla è stata prima scatenata dalle banche centrali e poi il mercato, per correlazione, ha comprato tutto il comparto. Ovviamente le discese di prezzo su questo comparto saranno pesanti qualora la bolla dovesse scoppiare e le prime avvisaglie sono state già lanciate sul comparto High Yield con performance negative e sottoscrizioni di uscita dai mutual funds. La correlazione positiva con il mercato azionario conferma ancor di più la tesi di uno scoppio della bolla nel corso del 2016. L'outlook su tutto questo mercato è ribassista.
COMMODITIES: Il dollaro Usa è visto in deprezzamento dopo i minimi raggiunti dopo quest'anno. Questo, fa sì che le commodities siano portate naturalmente ad un apprezzamento. Principalmente da tenere d'occhio l'oro (Gold) in quanto potrebbe salire per diversi motivi: correlazione negativa con Usd, aumento incertezza mercati, bene rifugio. Il trend del Gold potrebbe influenzare tutti i metalli, tra cui il Silver, sia bene rifugio che metallo ad uso industriale. Il Crude Oil è un'incognita per via del fatto che il suo andamento è legato a molti fattori politici e soprattutto si rimette in maniera rilevante alle decisioni di un'organizzazione di rilevanza internazionale come l'OPEC.
RIEPILOGO OUTLOOK:
In verde outlook positivo, in rosso outlook negativo
FOREX: EUR CHF USD
COMMODITIES: GOLD SILVER
EQUITIES: USA EURO JAPAN
BONDS: USA EURO JAPAN
EURUSD: Il cambio è principalmente influenzato dalle politiche delle banche centrali mondiali. La mia view è rialzista in un canale di negoziazione annua compresa tra 1,06-1,25
La FED ha aperto al rialzo graduale dei tassi, rialzo che sarà accompagnato comunque da una politica "accomodante". Ciò sta a significare che il rialzo dei tassi sarà particolarmente influenzato da quella che sarà la ripresa dell'inflazione Usa. In Europa, la BCE sta fornendo liquidità al mercato e il settore privato risponde bene grazie all'accelerazione dei prestiti, con la speranza che l'inflazione torni a salire anche in Europa, forse anche prima degli Usa. EurUsd non vedrà la parità anche perchè l'inflazione in Europa è improntata al rialzo mentre questa aspettativa è paradossalmente più debole per gli Usa.
AZIONARIO USA e EU: La correlazione con EurUsd non fa sperare bene per i mercati i quali subiranno sicuramente uno stop dell'attuale trend rialzista su base mensile. A sfavore del trend toro, la correlazione negativa con EurUsd e l'aumento della volatilità negli ultimi mesi. La volatilità sui massimi di un trend rialzista è un elemento che fa paura. Inoltre, a livello macroeconomico, l'eccesso di liquidità voluto dalle banche centrali mondiali (BCE, FED e BOJ) ha permesso il confluire di molti capitali all'interno dei mercati finanziari. Il problema è che questo denaro ha annacquato l'azionario in quanto l'obbligazionario non offre più rendimenti accettabili, pagando così un premio al rischio non adeguato. La caccia ai rendimenti ha lasciato poca scelta agli investitori che si sono trovati a dir poco costretti ad entrare nel mercato azionario quasi in modo forzato. La volatilità con questa situazione non è accettabile per il proseguire di un trend rialzista.
OBBLIGAZIONARIO: Questo mercato è in bolla. La bolla è stata prima scatenata dalle banche centrali e poi il mercato, per correlazione, ha comprato tutto il comparto. Ovviamente le discese di prezzo su questo comparto saranno pesanti qualora la bolla dovesse scoppiare e le prime avvisaglie sono state già lanciate sul comparto High Yield con performance negative e sottoscrizioni di uscita dai mutual funds. La correlazione positiva con il mercato azionario conferma ancor di più la tesi di uno scoppio della bolla nel corso del 2016. L'outlook su tutto questo mercato è ribassista.
COMMODITIES: Il dollaro Usa è visto in deprezzamento dopo i minimi raggiunti dopo quest'anno. Questo, fa sì che le commodities siano portate naturalmente ad un apprezzamento. Principalmente da tenere d'occhio l'oro (Gold) in quanto potrebbe salire per diversi motivi: correlazione negativa con Usd, aumento incertezza mercati, bene rifugio. Il trend del Gold potrebbe influenzare tutti i metalli, tra cui il Silver, sia bene rifugio che metallo ad uso industriale. Il Crude Oil è un'incognita per via del fatto che il suo andamento è legato a molti fattori politici e soprattutto si rimette in maniera rilevante alle decisioni di un'organizzazione di rilevanza internazionale come l'OPEC.
RIEPILOGO OUTLOOK:
In verde outlook positivo, in rosso outlook negativo
FOREX: EUR CHF USD
COMMODITIES: GOLD SILVER
EQUITIES: USA EURO JAPAN
BONDS: USA EURO JAPAN
EurUsd: cosa aspettarsi per il 2016
L'outlook per Eur/Usd nel 2016 sarà caratterizzato, come di consueto, dalle attività delle banche centrali, BCE e FED in materia di politica monetaria. Inoltre bisogna, al tempo stesso considerare, come queste politiche vadano ad influire sui valori reali dei debiti (mercato obbligazionario) e sulla bilancia commerciale delle aree monetarie interessate.
Intanto stabiliamo i motivi per cui la coppia EURUSD non vedrà mai la parità 1,000:
Debito USA: Il valore nominale del debito USA è pari a oltre 18 trilioni di USD, il debito più alto al mondo. Inoltre, importantissimo considerare anche che gli Usa hanno da poco superato la barriera del 100% del rapporto Debito/PIl. Il debito è quindi da maneggiare con cura e di conseguenza sarà difficile vedere un apprezzamento del dollaro Usa.
Mercati Azionari: I mercati stanno vedendo l'arresto del trend toro. L'aumento della volatilità e le tensioni sul comparto obbligazionario sia governativo che corporate (da vedere il collasso degli High Yield), stanno portando all'arresto del trend rialzista per il 2016, anno in cui probabilmente assisteremo ad un ritracciamento consisente. Dato che i mercati sono correlati positivamente con USD, difficilmente potremmo vedere un apprezzamento della divisa Usa.
Inflazione USA: Un problema che in pochi considerano. L'inflazione è quasi a 0% e una politica con tassi al rialzo, ma allo stesso tempo accomodante (?), sottolinea la precarietà dell'economia USA costretta dal mercato a deprezzare il dollaro per vedere di nuovo l'inflazione risalire e proseguire il rialzo graduale dei tassi.
In sostanza, è necessario quest'anno un dollaro debole.
BCE: L'inflazione è il fulcro della politica monetaria della BCE. Molto probabilmente vedremo quest'anno un aumento dell'inflazione e di conseguenza un apprezzamento di EUR/USD per via di questi 2 elementi chiave
L'offerta M3 di moneta, quindi una sovrabbondanza più che scontata dal mercato.
E L'aumento, come si può vedere dal grafico, dei prestiti al settore privato
Finalmente in Europa si sta capendo che il problema inflazione non è di natura prettamente finanziaria, ma è di natura economica. Tanta liquidità non significa "inflazione", ma liquidità drenata nel sistema la si può considerare come tale. Molto probabilmente, nei mesi a venire, vedremo dei numeri a favore dell'aumento dell'inflazione in Europa e ciò comporterà un aumento delle quotazioni del cambio EURUSD.
LIVELLI PER IL 2016
La forchetta di prezzo tra febbraio e dicembre per il cambio EurUsd è stata 1,05-1,17, solo 12 figure considerando che dal 2000 il cambio ha visto oscillazioni annuali che superano le 18 figure.
Molto probabilmente vedremo EurUsd prezzare tra 1,06-1,25 durante l'arco del 2016.
sabato 19 dicembre 2015
Quando la volatilità ci parla...
La volatilità è sempre stato indice di paura sui mercati. Perchè?
La volatilità si ha quando si creano forti squilibri tra domanda e offerta e i prezzi si adeguano a questi squilibri creando forti oscillazioni dovute agli eseguiti su questi prezzi. La volatilità ha la sua massima espressione in due casi:
- Mancanza di compratori con eccesso di venditori
- Mancanza di venditori con eccesso di compratori
Il primo caso (mancano compratori e sovrabbondano i venditori) è il classico crash di mercato dove tutti vendono o vogliono vendere ma allo stesso tempo non ci sono compratori e il prezzo scende di continuo. I venditori premono a tal punto per vendere che ognuno supera l'altro nell'offerta del prezzo più basso, il tutto per ricercare un compratore che va ad eseguire la sua offerta.
Ovviamente, il caso descritto è l'apice della volatilità, praticamente la sua massima espressione. Quando la volatilità aumenta gradualmente significa che si sta creando uno squilibrio e quando si crea non è mai cosa sana. Un mercato che funziona non crea grandi squilibri, perciò quando si creano c'è da preoccuparsi. Il grafico sopra mostra l'andamento della volatilità sull'indice USA S&P500, il più grande indice azionario al mondo. Lampante il fatto che la volatilità sta aumentando e il bull trend su S&P500 sembra esaurito.
La volatilità ci parla, nel senso che quando aumenta c'è da preoccuparsi. Il mercato azionario sta vedendo la volatilità in aumento e un preludio ad un crollo c'è già stato. Data la volatilità è probabile che il bull trend sull'azionario sia finito, anzi, probabile che ci sia un nuovo crollo a breve viste le premesse non del tutto rosee.
La volatilità si ha quando si creano forti squilibri tra domanda e offerta e i prezzi si adeguano a questi squilibri creando forti oscillazioni dovute agli eseguiti su questi prezzi. La volatilità ha la sua massima espressione in due casi:
- Mancanza di compratori con eccesso di venditori
- Mancanza di venditori con eccesso di compratori
Il primo caso (mancano compratori e sovrabbondano i venditori) è il classico crash di mercato dove tutti vendono o vogliono vendere ma allo stesso tempo non ci sono compratori e il prezzo scende di continuo. I venditori premono a tal punto per vendere che ognuno supera l'altro nell'offerta del prezzo più basso, il tutto per ricercare un compratore che va ad eseguire la sua offerta.
Ovviamente, il caso descritto è l'apice della volatilità, praticamente la sua massima espressione. Quando la volatilità aumenta gradualmente significa che si sta creando uno squilibrio e quando si crea non è mai cosa sana. Un mercato che funziona non crea grandi squilibri, perciò quando si creano c'è da preoccuparsi. Il grafico sopra mostra l'andamento della volatilità sull'indice USA S&P500, il più grande indice azionario al mondo. Lampante il fatto che la volatilità sta aumentando e il bull trend su S&P500 sembra esaurito.
La volatilità ci parla, nel senso che quando aumenta c'è da preoccuparsi. Il mercato azionario sta vedendo la volatilità in aumento e un preludio ad un crollo c'è già stato. Data la volatilità è probabile che il bull trend sull'azionario sia finito, anzi, probabile che ci sia un nuovo crollo a breve viste le premesse non del tutto rosee.
lunedì 14 dicembre 2015
Tassi Fed: il cambio EurUsd prima del minute del16 dicembre
Siamo arrivati al tanto atteso meeting della FED, un evento decisivo e importantissimo per il futuro attuale dei mercati. Il tanto atteso rialzo è già più che scontato dai mercati, tant'è che oramai non sarebbe una sorpresa se il 16 dicembre la Yellen confermasse il rialzo.
Il problema ci sarebbe nel momento in cui il rialzo non ci fosse, un problema che affosserebbe ancor di più i mercati, oramai ingabbiati in quella che si può definire ASSET BUBBLE: una bolla sui comparti obbligazionari che si ripercuote sui restanti mercati, siano essi azionari, valutari o materie prime.
La volatilità è aumentata nelle ultime settimane e rimane elevata. I recenti crolli, presumibili proprio dalla volatilità in aumento nelle ultime settimane, potrebbero ampliarsi ancor di più se la Fed non dovesse alzare i tassi. Qualora, invece, dovesse confermare il tutto, la situazione rimarrebbe comunque invariata per via dell'Asset Bubble di cui parlavo pocanzi.
EurUsd sembra puntare ormai verso 1,1090, questo target presumibilmente sarebbe raggiunto prima del meeting del 16 dicembre. Questo dovrebbe essere il target naturale di questo movimento in atto su EurUsd, il cui trend va a confermare invece il continuo crollo dei mercati azionari.
L'analisi più dettagliata del movimento è pubblicata su investing.com (LINK ALL'ANALISI)
CONTATTAMI
Il problema ci sarebbe nel momento in cui il rialzo non ci fosse, un problema che affosserebbe ancor di più i mercati, oramai ingabbiati in quella che si può definire ASSET BUBBLE: una bolla sui comparti obbligazionari che si ripercuote sui restanti mercati, siano essi azionari, valutari o materie prime.
La volatilità è aumentata nelle ultime settimane e rimane elevata. I recenti crolli, presumibili proprio dalla volatilità in aumento nelle ultime settimane, potrebbero ampliarsi ancor di più se la Fed non dovesse alzare i tassi. Qualora, invece, dovesse confermare il tutto, la situazione rimarrebbe comunque invariata per via dell'Asset Bubble di cui parlavo pocanzi.
EurUsd sembra puntare ormai verso 1,1090, questo target presumibilmente sarebbe raggiunto prima del meeting del 16 dicembre. Questo dovrebbe essere il target naturale di questo movimento in atto su EurUsd, il cui trend va a confermare invece il continuo crollo dei mercati azionari.
L'analisi più dettagliata del movimento è pubblicata su investing.com (LINK ALL'ANALISI)
CONTATTAMI
sabato 12 dicembre 2015
Le obbligazioni bancarie, l'importanza della diversificazione e come i risparmiatori vengono "truffati"
Il Bail-In sta portando il panorama bancario italiano nel panico. Come mai?
Semplice quanto intuitivo ma allo stesso tempo difficile da accettare. Il conflitto di interessi tra banche e clienti c'è sempre stato e sempre ci sarà, anche se il vostro direttore di filiale è il vostro uomo di fiducia. Ma la vostra fiducia nei suoi confronti su che si basa?
Lui rispecchia l'autorità più importante all'interno di quella che comunemente viene definita l'istituzione emblema per eccellenza di sicurezza, la banca. Il direttore è la figura di riferimento per ogni vostro movimento, colui che si cura dei vostri risparmi, colui che vi accoglie (a volte) sorridente quando entrate per fare un versamento (un po' meno se si tratta di prelievi importanti), colui che è sempre presente (o quasi) all'interno della vostra struttura, che magari è anche vicino casa, in sostanza ( e non raramente) diventa quasi un vostro amico.
Quindi, la vostra fiducia è basata sul NULLA e vi spiegherò il perché.
Come pensate che un direttore di filiale, per quanto possa essere una brava persona, non esegua ordini provenienti dall'alto della sua azienda? In quanto stipendiato dalla banca, cercherà un buon compromesso tra i vostri interessi e quelli del gruppo di cui è dipendente.
MA QUANDO LE COSE VANNO MALE CHE SUCCEDE??? Andrà contro i vostri interessi, ma non perché sia una brutta persona, ma perché è dall'alto che vengono prese le decisioni. Quando le cose vanno male i vostri interessi non esistono più e alla fine a pagare sarete voi.
Il grande problema è che se il direttore sapesse effettivamente cosa sta succedendo alla banca per cui lavora, molto probabilmente non andrebbe contro i vostri interessi. Purtroppo va contro i vostri interessi a sua INSAPUTA perché alla fine "il cornuto è l'ultimo a sapere di essere cornuto". L'ordine di "piazzare" obbligazioni della propria banca ai risparmiatori non di certo scaturisce dalla sua professionalità, ma dal fabbisogno di cui necessita il gruppo bancario per cui lavora.
DIMOSTRAZIONE:
Vostro Interesse: Non lo sapete/ Costruire una piccola rendita con rischio contenuto/ Non volete perdite in conto capitale
Interesse Banca: Piazzare obbligazioni proprie (strumenti comunque rischiosi su diversi fronti: rischio emittente, rischio credito, rischio prezzo ecc.)
Ecco che quando vi presentate in banca, il vostro direttore vi fa "Caro sig.Rossi...ma è un peccato tenere i soldi fermi sul conto...le nostre obbligazioni rendono più dei titoli di Stato e dei conti correnti...ne prenda un po' sono sicurissime". Il tutto sarà decorato, eventualmente, da confronti con altre banche per quanto riguarda la sicurezza del gruppo ecc.
A quel punto, visti i precedenti amichevoli col vostro direttore, la figura autoritaria della banca che "difende" i vostri risparmi all'interno della filiale, non esitate a dire di sì.
Ma con tutti gli strumenti finanziari a disposizione sul mercato, parliamo di decine di migliaia di strumenti, secondo voi il più efficiente e sicuro è quello della vostra banca???Ma soprattutto, è quello che fa per voi??? In sostanza, avete fatto un favore alla vostra banca, la quale vi dà come "premio" una cedola che non rappresenta altro che il RISCHIO che il MERCATO decide (si chiama infatti premio al rischio), un rischio che VI ASSUMETE in tutto e per tutto. Ovviamente tutti i vostri investimenti saranno concentrati su un unico RISCHIO, quello della banca.
Cosa fondamentale è che molto probabilmente non vi sono state fatte domande sui vostri OBIETTIVI di risparmio e sul RISCHIO che potete/volete correre.
SOLUZIONE:
Diversificare!!! Sempre!!! In sostanza significa non mettere le vostre uova (denaro) nello stesso paniere (strumento finanziario). Se dovesse cadere il vostro unico paniere, cosa succederebbe alle vostre uova? Il risultato è ovvio.
La diversificazione permette di RIDURRE IL RISCHIO COMPLESSIVO dei vostri investimenti così da essere protetti da eventuali crisi. Inoltre la diversificazione consente la creazione di quello che poi viene definito come PORTFOLIO, modificabile nel tempo, nei comparti (azioni, obbligazioni, liquidità) e soprattutto in funzione dei vostri obiettivi di vita. Nella gestione del vostra portafoglio dovrete e dovete essere seguiti da un professionista in modo costante e attivo.
NON CI CREDETE?
Come tutti sappiamo, molti risparmiatori stanno piangendo la scomparsa dei propri risparmi dovuta alla recente crisi bancaria (CariFerrara, CariChieti, Banca Marche, Banca Etruria) dovuta proprio alle motivazioni di cui sopra: fiducia basata sul nulla (non sulla professionalità consulenziale) e non diversificazione.
LA VOSTRA BANCA è SICURA?
Sarò brevissimo. Secondo voi una banca di investimento nata nel 1850, di rilevanza internazionale, con uffici e sedi in tutto il mondo, tra i principali operatori dei Titoli di Stato USA, con un rating AAA (il massimo dell'affidabilità) è sicura? NO....Perché la banca appena descritta era Lehman Brothers, fallita nel 2008. In sostanza, non saprete mai cosa fa effettivamente la vostra banca con i vostri soldi e la storia recente insegna.
Semplice quanto intuitivo ma allo stesso tempo difficile da accettare. Il conflitto di interessi tra banche e clienti c'è sempre stato e sempre ci sarà, anche se il vostro direttore di filiale è il vostro uomo di fiducia. Ma la vostra fiducia nei suoi confronti su che si basa?
Lui rispecchia l'autorità più importante all'interno di quella che comunemente viene definita l'istituzione emblema per eccellenza di sicurezza, la banca. Il direttore è la figura di riferimento per ogni vostro movimento, colui che si cura dei vostri risparmi, colui che vi accoglie (a volte) sorridente quando entrate per fare un versamento (un po' meno se si tratta di prelievi importanti), colui che è sempre presente (o quasi) all'interno della vostra struttura, che magari è anche vicino casa, in sostanza ( e non raramente) diventa quasi un vostro amico.
Quindi, la vostra fiducia è basata sul NULLA e vi spiegherò il perché.
Come pensate che un direttore di filiale, per quanto possa essere una brava persona, non esegua ordini provenienti dall'alto della sua azienda? In quanto stipendiato dalla banca, cercherà un buon compromesso tra i vostri interessi e quelli del gruppo di cui è dipendente.
MA QUANDO LE COSE VANNO MALE CHE SUCCEDE??? Andrà contro i vostri interessi, ma non perché sia una brutta persona, ma perché è dall'alto che vengono prese le decisioni. Quando le cose vanno male i vostri interessi non esistono più e alla fine a pagare sarete voi.
Il grande problema è che se il direttore sapesse effettivamente cosa sta succedendo alla banca per cui lavora, molto probabilmente non andrebbe contro i vostri interessi. Purtroppo va contro i vostri interessi a sua INSAPUTA perché alla fine "il cornuto è l'ultimo a sapere di essere cornuto". L'ordine di "piazzare" obbligazioni della propria banca ai risparmiatori non di certo scaturisce dalla sua professionalità, ma dal fabbisogno di cui necessita il gruppo bancario per cui lavora.
DIMOSTRAZIONE:
Vostro Interesse: Non lo sapete/ Costruire una piccola rendita con rischio contenuto/ Non volete perdite in conto capitale
Interesse Banca: Piazzare obbligazioni proprie (strumenti comunque rischiosi su diversi fronti: rischio emittente, rischio credito, rischio prezzo ecc.)
Ecco che quando vi presentate in banca, il vostro direttore vi fa "Caro sig.Rossi...ma è un peccato tenere i soldi fermi sul conto...le nostre obbligazioni rendono più dei titoli di Stato e dei conti correnti...ne prenda un po' sono sicurissime". Il tutto sarà decorato, eventualmente, da confronti con altre banche per quanto riguarda la sicurezza del gruppo ecc.
A quel punto, visti i precedenti amichevoli col vostro direttore, la figura autoritaria della banca che "difende" i vostri risparmi all'interno della filiale, non esitate a dire di sì.
Ma con tutti gli strumenti finanziari a disposizione sul mercato, parliamo di decine di migliaia di strumenti, secondo voi il più efficiente e sicuro è quello della vostra banca???Ma soprattutto, è quello che fa per voi??? In sostanza, avete fatto un favore alla vostra banca, la quale vi dà come "premio" una cedola che non rappresenta altro che il RISCHIO che il MERCATO decide (si chiama infatti premio al rischio), un rischio che VI ASSUMETE in tutto e per tutto. Ovviamente tutti i vostri investimenti saranno concentrati su un unico RISCHIO, quello della banca.
Cosa fondamentale è che molto probabilmente non vi sono state fatte domande sui vostri OBIETTIVI di risparmio e sul RISCHIO che potete/volete correre.
SOLUZIONE:
Diversificare!!! Sempre!!! In sostanza significa non mettere le vostre uova (denaro) nello stesso paniere (strumento finanziario). Se dovesse cadere il vostro unico paniere, cosa succederebbe alle vostre uova? Il risultato è ovvio.
La diversificazione permette di RIDURRE IL RISCHIO COMPLESSIVO dei vostri investimenti così da essere protetti da eventuali crisi. Inoltre la diversificazione consente la creazione di quello che poi viene definito come PORTFOLIO, modificabile nel tempo, nei comparti (azioni, obbligazioni, liquidità) e soprattutto in funzione dei vostri obiettivi di vita. Nella gestione del vostra portafoglio dovrete e dovete essere seguiti da un professionista in modo costante e attivo.
NON CI CREDETE?
Come tutti sappiamo, molti risparmiatori stanno piangendo la scomparsa dei propri risparmi dovuta alla recente crisi bancaria (CariFerrara, CariChieti, Banca Marche, Banca Etruria) dovuta proprio alle motivazioni di cui sopra: fiducia basata sul nulla (non sulla professionalità consulenziale) e non diversificazione.
LA VOSTRA BANCA è SICURA?
Sarò brevissimo. Secondo voi una banca di investimento nata nel 1850, di rilevanza internazionale, con uffici e sedi in tutto il mondo, tra i principali operatori dei Titoli di Stato USA, con un rating AAA (il massimo dell'affidabilità) è sicura? NO....Perché la banca appena descritta era Lehman Brothers, fallita nel 2008. In sostanza, non saprete mai cosa fa effettivamente la vostra banca con i vostri soldi e la storia recente insegna.
martedì 8 dicembre 2015
Crash dei mercati: Marc Faber ci crede
Tempo fa, precisamente il 26 novembre di quest'anno, scrissi un articolo che agli occhi di molti poteva sembrare (ed è sembrato) alquanto "catastrofista" e "sensazionalistico". Purtroppo, proprio dal 26 novembre quando il Dax quotava 11.369, vediamo ora un Dax a quota 10.675 (ora che scrivo). Non voglio dire che questo è un crash di mercato, assolutamente, ma mi sembra solo l'inizio di un crash che si farà sentire. I motivi per cui parlo di questo sono principalmente racchiusi in questo articolo (CLICCA QUI PER LEGGERE), infatti oggi voglio parlare di personalità di spicco come il gestore Marc Faber e del plurimiliardario Warren Buffett, il più grande investitore di tutti i tempi a mio modo di vedere, i quali fanno presagire ad un crollo dei mercati.
Marc Faber, noto per aver liquidato le esposizioni dei suoi clienti prima del grande crollo del 1987, oltre ad essere autore del blog GloomBoomDoom, è un gestore di una certa rilevanza. In questa intervista a Bloomberg parla addirittura di una correzione dei mercati che potrebbe essere paragonata a quella del 1987, altrimenti si potrebbe incontrare un periodo di discesa più lungo e lento. (CLICCA QUI PER L'INTERVISTA VIDEO).
Marc Faber, noto per aver liquidato le esposizioni dei suoi clienti prima del grande crollo del 1987, oltre ad essere autore del blog GloomBoomDoom, è un gestore di una certa rilevanza. In questa intervista a Bloomberg parla addirittura di una correzione dei mercati che potrebbe essere paragonata a quella del 1987, altrimenti si potrebbe incontrare un periodo di discesa più lungo e lento. (CLICCA QUI PER L'INTERVISTA VIDEO).
Anche per Warren Buffett e George Soros sarebbe vicino un crash di mercato. Secondo questo articolo (CLICCA QUI. DA LEGGERE) la Berkshire Hathaway avrebbe ridotto in maniera più che significativa le proprie esposizioni su grandi titoli del mercato USA, così come Soros il quale ha ridotto le proprie esposizioni anche in note banche d'affari.
Nel frattempo, così come scritto in un altro articolo facente riferimento all'EurUsd, la correlazione negativa tra EurUsd e i mercati fa presagire il crollo dei mercati azionari e obbligazionari. Le banche centrali di tutto il mondo hanno messo in scena manovre espansive creando quella che potremmo definire una "Asset-Bubble", una bolla sugli asset obbligazionari che ora è pronta a scoppiare. Forse, una data alla quale dovremmo stare attenti, soprattutto perchè si tratta di un evento market mover, è quella del 16 dicembre in cui la Fed comunicherà al mercato la sua decisione in merito ai tassi.
Nel frattempo, così come scritto in un altro articolo facente riferimento all'EurUsd, la correlazione negativa tra EurUsd e i mercati fa presagire il crollo dei mercati azionari e obbligazionari. Le banche centrali di tutto il mondo hanno messo in scena manovre espansive creando quella che potremmo definire una "Asset-Bubble", una bolla sugli asset obbligazionari che ora è pronta a scoppiare. Forse, una data alla quale dovremmo stare attenti, soprattutto perchè si tratta di un evento market mover, è quella del 16 dicembre in cui la Fed comunicherà al mercato la sua decisione in merito ai tassi.
domenica 6 dicembre 2015
Parità tra Euro e dollaro? No, neanche tra un anno...forse mai
Sembrerò molto presuntuoso e arrogante ma purtroppo sono convinto che questa fantomatica parità non sarà mai raggiunta. A livello macroeconomico, tutto ciò che viene detto in merito al raggiungimento della parità, è giustissimo, sia a livello macroeconomico che a livello logico: se la Fed aumenta i tassi il dollaro si apprezza e se Draghi dovesse continuare con qualche altra manovra espansiva (probabile) l'euro si deprezza...ecco che il cambio EurUsd dovrebbe scendere verso la parità, forse anche al di sotto di essa. Beh, 2+2=4 ...ma sui mercati finanziari a volte 2+2 non fa 4 e questo è il bello.
A favore di questa tesi su EurUsd a 1,000 ce ne sono molti e anche iper-autorevoli (oppure autorevoli perchè sono big del mercato?).
GOLDMAN SACHS (parità entro fine anno)
Tra i primi autorevoli sostenitori del "pari" c'è Goldman Sachs che si sbilancia dicendo che cambio EurUsd raggiungerà la parità (1,000). La manovra congiunta "rialzo tassi Fed" e ulteriore "manovra espansiva Bce" porterebbe il cambio alla pari già entro fine dicembre. Eccone la prova di quanto detto sul maggior portale di informazione finanziaria, Bloomberg (Articolo originale)
NOMURA ("la parità è dietro l'angolo")
A pensare al cambio pari non c'è solo Goldman Sachs, ma anche Nomura. Jens Nordvig, capo delle strategie valutarie e ricerca sui titoli a reddito fisso di Nomura, ex-Goldman Sachs. Anche qui le motivazioni sono le medesime, o meglio, la divergenza delle politiche monetarie a sfavore totale dell'euro. Nordvig non si sbilancia troppo ma comunque afferma che durante il 2016 si potrebbe raggiungere la parità. Anche qui, la fonte è Bloomberg (Articolo Originale).
DEUTSCHE BANK (a 0,85 nel 2017)
Qua è Deutsche Bank che oltre a parlare di parità che verrà raggiunta entro il 2016, parla addirittura di quotazioni che vanno ben oltre al di sotto della parità. Nel 2017, secondo Deutsche Bank, EurUsd potrebbe raggiungere quota 0,85, ben 15% al di sotto della parità. (Articolo originale).
Bene, in fin dei conti, tutti hanno le stesse motivazioni, tutte riconducibili alle manovre divergenti tra Bce e Fed. Ma quali sarebbero i motivi per un EurUsd al di sopra della parità?
Un mio articolo risalente al 22 novembre, parlava di diverse motivazioni che vanno contro il rialzo dei tassi Usa. In questo articolo, c'è la chiave di lettura principale per cui EurUsd non dovrebbe andare verso la parità. L'errore principale di chi fa analisi sui mercati è quello di considerare i singoli mercati (valutari, azionari, obbligazionari) come comparti a sè stanti, così come si sta facendo ora con la questione euro-dollaro.
Come ho scritto nell'articolo citato sopra (CLICCA QUI PER L'ARTICOLO), c'è correlazione negativa tra mercati azionari e EurUsd: i mercati azionari e obbligazionari sono in bolla, inoltre hanno visto un aumento di volatilità (indice massimo di paura e incertezza) ed è probabile un crollo a breve, di cui abbiamo avuto anticipazione qualche giorno fa (03/12). Un rialzo dei tassi USA sarebbe deleterio perché l'inflazione USA è molto bassa e il debito elevatissimo (da poco tempo sopra il 100% in rapporto con il PIL). Un aumento del valore del dollaro affosserebbe ancor di più questi due valori, aumentando il debito in termini reali e abbassando l'inflazione. Per non parlare degli squilibri a livello mondiale sul mercato valutario, del commercio internazionale e delle materie prime.
Un super-dollaro è economicamente poco produttivo per gli Usa e di conseguenza per l'economia mondiale. Diminuirebbe considerevolmente il potere d'acquisto europeo e il prezzo delle materie prime a danno dei paesi esportatori di esse (vedi Russia e Australia in primis). L'Europa non risolverebbe il problema inflazione, un problema dovuto principalmente ad una crisi di domanda e non da una crisi di liquidità (fronte sul quale la Bce può agire e sta agendo direttamente senza risolvere il problema).
In sostanza, un super-dollaro (EurUsd<1,000) è molto improbabile per via delle conseguenze a livello mondiale.
Troppo facile e comodo prevedere EurUsd al di sotto della parità facendo una semplice analisi della divergenza operativa tra banche centrali. Invece mi risulta fondamentale contestualizzare e legare questo evento a tutti i mercati, in sostanza è come fare un'analisi intermarket (fondamentale/tecnica) vincolata ad un evento.
IL DILEMMA DEGLI OPERATORI
Sono molti gli operatori, per conoscenza diretta, che sono a favore di EurUsd al di sotto della parità. Sappiamo però che la maggior parte degli operatori sul mercato è perdente (circa l'80% sui mercati globali e circa il 95% sul mercato valutario), quindi un EurUsd sotto la parità è ancor più improbabile se consideriamo questa statistica (sarebbero tutti quanti molto ricchi andando corti di EurUsd?)
CHI NON CI CREDE?
David Bloom, Global Head FX Reaserch di HSBC. Anche lui, prevede un EurUsd verso 1,20. (Articolo Originale). Anche io sono completamente d'accordo ad un Euro a 1,18-1,20, così come ho scritto nel mio articolo al quale rimando la lettura per una comprensione maggiore della mia tesi "contro-corrente"
Un saluto a tutti
STAY TUNED
A favore di questa tesi su EurUsd a 1,000 ce ne sono molti e anche iper-autorevoli (oppure autorevoli perchè sono big del mercato?).
GOLDMAN SACHS (parità entro fine anno)
Tra i primi autorevoli sostenitori del "pari" c'è Goldman Sachs che si sbilancia dicendo che cambio EurUsd raggiungerà la parità (1,000). La manovra congiunta "rialzo tassi Fed" e ulteriore "manovra espansiva Bce" porterebbe il cambio alla pari già entro fine dicembre. Eccone la prova di quanto detto sul maggior portale di informazione finanziaria, Bloomberg (Articolo originale)
NOMURA ("la parità è dietro l'angolo")
A pensare al cambio pari non c'è solo Goldman Sachs, ma anche Nomura. Jens Nordvig, capo delle strategie valutarie e ricerca sui titoli a reddito fisso di Nomura, ex-Goldman Sachs. Anche qui le motivazioni sono le medesime, o meglio, la divergenza delle politiche monetarie a sfavore totale dell'euro. Nordvig non si sbilancia troppo ma comunque afferma che durante il 2016 si potrebbe raggiungere la parità. Anche qui, la fonte è Bloomberg (Articolo Originale).
DEUTSCHE BANK (a 0,85 nel 2017)
Qua è Deutsche Bank che oltre a parlare di parità che verrà raggiunta entro il 2016, parla addirittura di quotazioni che vanno ben oltre al di sotto della parità. Nel 2017, secondo Deutsche Bank, EurUsd potrebbe raggiungere quota 0,85, ben 15% al di sotto della parità. (Articolo originale).
Bene, in fin dei conti, tutti hanno le stesse motivazioni, tutte riconducibili alle manovre divergenti tra Bce e Fed. Ma quali sarebbero i motivi per un EurUsd al di sopra della parità?
Un mio articolo risalente al 22 novembre, parlava di diverse motivazioni che vanno contro il rialzo dei tassi Usa. In questo articolo, c'è la chiave di lettura principale per cui EurUsd non dovrebbe andare verso la parità. L'errore principale di chi fa analisi sui mercati è quello di considerare i singoli mercati (valutari, azionari, obbligazionari) come comparti a sè stanti, così come si sta facendo ora con la questione euro-dollaro.
Come ho scritto nell'articolo citato sopra (CLICCA QUI PER L'ARTICOLO), c'è correlazione negativa tra mercati azionari e EurUsd: i mercati azionari e obbligazionari sono in bolla, inoltre hanno visto un aumento di volatilità (indice massimo di paura e incertezza) ed è probabile un crollo a breve, di cui abbiamo avuto anticipazione qualche giorno fa (03/12). Un rialzo dei tassi USA sarebbe deleterio perché l'inflazione USA è molto bassa e il debito elevatissimo (da poco tempo sopra il 100% in rapporto con il PIL). Un aumento del valore del dollaro affosserebbe ancor di più questi due valori, aumentando il debito in termini reali e abbassando l'inflazione. Per non parlare degli squilibri a livello mondiale sul mercato valutario, del commercio internazionale e delle materie prime.
Un super-dollaro è economicamente poco produttivo per gli Usa e di conseguenza per l'economia mondiale. Diminuirebbe considerevolmente il potere d'acquisto europeo e il prezzo delle materie prime a danno dei paesi esportatori di esse (vedi Russia e Australia in primis). L'Europa non risolverebbe il problema inflazione, un problema dovuto principalmente ad una crisi di domanda e non da una crisi di liquidità (fronte sul quale la Bce può agire e sta agendo direttamente senza risolvere il problema).
In sostanza, un super-dollaro (EurUsd<1,000) è molto improbabile per via delle conseguenze a livello mondiale.
Troppo facile e comodo prevedere EurUsd al di sotto della parità facendo una semplice analisi della divergenza operativa tra banche centrali. Invece mi risulta fondamentale contestualizzare e legare questo evento a tutti i mercati, in sostanza è come fare un'analisi intermarket (fondamentale/tecnica) vincolata ad un evento.
IL DILEMMA DEGLI OPERATORI
Sono molti gli operatori, per conoscenza diretta, che sono a favore di EurUsd al di sotto della parità. Sappiamo però che la maggior parte degli operatori sul mercato è perdente (circa l'80% sui mercati globali e circa il 95% sul mercato valutario), quindi un EurUsd sotto la parità è ancor più improbabile se consideriamo questa statistica (sarebbero tutti quanti molto ricchi andando corti di EurUsd?)
CHI NON CI CREDE?
David Bloom, Global Head FX Reaserch di HSBC. Anche lui, prevede un EurUsd verso 1,20. (Articolo Originale). Anche io sono completamente d'accordo ad un Euro a 1,18-1,20, così come ho scritto nel mio articolo al quale rimando la lettura per una comprensione maggiore della mia tesi "contro-corrente"
Un saluto a tutti
STAY TUNED
sabato 5 dicembre 2015
Mercati in discesa. Cosa ci dobbiamo aspettare?
Il Dax, l'indice del mercato azionario tedesco, perde questa settimana il 6% mentre EurUsd passa dai livelli 1,0550 a 1,09 con un'escursione massima su base settimanale di 4,5 figure (450 pips). Insomma, la correlazione negativa tra EurUsd e azionario è oramai la normalità.
Cosa ci dobbiamo aspettare per questa settimana? E per le prossime?
EURUSD - Precisiamo che, almeno a livello tecnico, c'è stata una chiarissima inversione e difficilmente ritorneremo a vedere EurUsd gravitare intorno alla soglia 1,05 nel breve periodo. Questa settimana, come potete vedere nelle mie analisi su tradingview.com, ci sarà un momento di pausa del rialzo di EurUsd, un vero e proprio momento di respiro delle quotazioni prima di salire ancora verso vette più alte (sopra 1,10). (Clicca qui per l'analisi)
DAX - Come detto in una precedente analisi, i mercati sarebbero crollati a breve. In realtà un calo del 6% non è un vero e proprio crash, però un'oscillazione negativa di oltre il 3% in una giornata non si vedeva da tempo sul Dax. Le premesse per questo crollo c'erano tutte ma molto probabilmente è solo l'inizio. Comunque, almeno per questa settimana, si dovrebbe tornare a prendere un po' di respiro, almeno nella prima parte della settimana. Come potere vedere dal grafico, potremmo assistere ad un ritorno sui massimi dell'ultimo giorno di contrattazione, livello da tenere d'occhio in quanto proprio da lì (10870) si potrebbe venire di nuovo giù verso nuovi minimi.
Cosa ci dobbiamo aspettare per questa settimana? E per le prossime?
EURUSD - Precisiamo che, almeno a livello tecnico, c'è stata una chiarissima inversione e difficilmente ritorneremo a vedere EurUsd gravitare intorno alla soglia 1,05 nel breve periodo. Questa settimana, come potete vedere nelle mie analisi su tradingview.com, ci sarà un momento di pausa del rialzo di EurUsd, un vero e proprio momento di respiro delle quotazioni prima di salire ancora verso vette più alte (sopra 1,10). (Clicca qui per l'analisi)
DAX - Come detto in una precedente analisi, i mercati sarebbero crollati a breve. In realtà un calo del 6% non è un vero e proprio crash, però un'oscillazione negativa di oltre il 3% in una giornata non si vedeva da tempo sul Dax. Le premesse per questo crollo c'erano tutte ma molto probabilmente è solo l'inizio. Comunque, almeno per questa settimana, si dovrebbe tornare a prendere un po' di respiro, almeno nella prima parte della settimana. Come potere vedere dal grafico, potremmo assistere ad un ritorno sui massimi dell'ultimo giorno di contrattazione, livello da tenere d'occhio in quanto proprio da lì (10870) si potrebbe venire di nuovo giù verso nuovi minimi.
CONCLUSIONE - In questa settimana potremmo avere un po' di respiro nella prima parte, una leggera pausa da quelli che sono stati i trend dominanti dell'ultima settimana. Molto probabilmente si ripartirà nelle direzioni dominanti (short Dax e Long EurUsd) nel corso della settimana prossima se non da questo giovedì/venerdì.
giovedì 3 dicembre 2015
I Mercati crollano. L'euro inverte (parte 1)
Ebbene sì, forse prima di quanto "previsto" ma è comunque presto per confermare.In questo vecchio post (clicca qui per leggere) parlavo appunto del fatto che i mercati fossero i n un certo senso pronti a stornare proprio durante il periodo del rally di natale. Ovviamente, dato il taglio del post, ho parlato principalmente della volatilità in aumento sull'azionario, sull'effetto gregge su EurUsd e sulle manovre delle banche centrali che, appunto, sono già scontate dal mercato. L'evento EurUsd alla pari (1,000) e l'azionario che sale con forza sembrano scenari non più plausibili, eppure neanche sono passate 12 ore dal primo market mover, o meglio la conferenza stampa di Draghi. Nel frattempo la Yellen ha confermato tacitamente un aumento dei tassi ma questo evento era già scontato dal mercato. Nel frattempo, come da "copione" il mercato europeo (prendo sempre il Dax come riferimento) perde più del 4% ed EurUsd si va riprendere 400 pips (4 figure) dai minimi di stamattina, bruciando così quasi del tutto il crollo dello scorso mese. Ripeto, è presto per affermarlo, ma con queste premesse ho sempre più forti dubbi che assisteremo ad un rally di Natale, anzi, ho sempre più la certezza che i mercati crollino in modo consistente.
Draghi (oggi) muoverà il mercato...ma solo per poco
Come al solito i discorsi dei banchieri centrali (vedi Yellen e Draghi), muovono i mercati, o meglio ancora ne aumentano la volatilità in direzione del trend principale. A meno che non vi siano news inaspettate, il mercato azionario dovrà continuare la sua salita e EurUsd la sua discesa ma, entrambi i movimenti, risulteranno intensi e di breve durata.
In meno di 15 giorni da inizio dicembre, la Bce dovrà confermare l'ipotesi di una nuova manovra espansiva mentre la Fed molto probabilmente alzerà i tassi anche se non è proprio nelle sue corde. Mentre l'evento "rialzo dei tassi Fed" è già scontato, quello di una nuova manovra espansiva della Bce no.
Almeno per oggi, molto probabilmente vedremo EurUsd salire verso i massimi della settimana in corso (1,0620-30) per poi riprendere il movimento ribassista che ha caratterizzato questi ultimi mesi di contrattazioni fino ai minimi di 1,05. Al contempo l'azionario salirà per correlazione (negativa) tra le due asset class.
Molto probabilmente EurUsd finirà la sua lunga corsa discendente proprio intorno ai livelli di 1,05-1,04 e così il mercato azionario finirà la sua corsa sui massimi. Quando la Fed annuncerà il rialzo dei tassi, tutti gli eventi saranno già scontati e da lì potremmo vedere EurUsd riprendere terreno allontanandosi sempre di più dalla tanto sperata e conclamata parità (1,000). Da qui potremmo assistere ad un forte storno dei mercati azionari.
In meno di 15 giorni da inizio dicembre, la Bce dovrà confermare l'ipotesi di una nuova manovra espansiva mentre la Fed molto probabilmente alzerà i tassi anche se non è proprio nelle sue corde. Mentre l'evento "rialzo dei tassi Fed" è già scontato, quello di una nuova manovra espansiva della Bce no.
Almeno per oggi, molto probabilmente vedremo EurUsd salire verso i massimi della settimana in corso (1,0620-30) per poi riprendere il movimento ribassista che ha caratterizzato questi ultimi mesi di contrattazioni fino ai minimi di 1,05. Al contempo l'azionario salirà per correlazione (negativa) tra le due asset class.
Molto probabilmente EurUsd finirà la sua lunga corsa discendente proprio intorno ai livelli di 1,05-1,04 e così il mercato azionario finirà la sua corsa sui massimi. Quando la Fed annuncerà il rialzo dei tassi, tutti gli eventi saranno già scontati e da lì potremmo vedere EurUsd riprendere terreno allontanandosi sempre di più dalla tanto sperata e conclamata parità (1,000). Da qui potremmo assistere ad un forte storno dei mercati azionari.
domenica 29 novembre 2015
EurUsd verso 1,05
Di nuovo un'altra analisi su base settimanale utilizzando il grafico daily di EurUsd.
Come si può osservare dal grafico, il trend sembra confermare lo short anche se, a livello tecnico, potremmo dire che il movimento ribassista di EurUsd è in esaurimento. Qualora dovessimo arrivare sotto quota 1,05, potremmo assistere a dei rimbalzi che confermerebbero la fine di questo trend ribassista. Il tutto è ovviamente in contraddizione palese con chi pensa ad un EurUsd alla parità 1,000, magari dopo un rialzo dei tassi.
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sabato 28 novembre 2015
I pericoli "occulti" del Bail-In
Bail-In...cos'è? Dal 1 gennaio 2016, le banche italiane, qualora dovessero avere difficoltà avranno il diritto di attingere da risorse "interne" alla banca per ricapitalizzarsi e ritornare alla normalità.
Di quali strumenti si può servire la banca quando effettuerà il Bail-In?
1) Azioni: I primi a rimetterci saranno gli azionisti, i quali vedranno una svalutazione delle proprie azioni. Questa svalutazione è tutta a favore della banca di cui si è azionisti e la riduzione in conto capitale potrebbe essere molto cospicua. Qui si sono inclusi i titoli subordinati.
2) Obbligazionisti: Subito dopo arriveranno gli obbligazionisti, i quali inizialmente non vedranno lo stacco delle cedole e in seguito, se non già dall'inizio, vedranno una svalutazione in conto capitale dei propri titoli. Le ripercussioni su di essi possono essere quindi molteplici: svalutazione, allungamento della scadenza dei titoli (famoso Haircut stile Grecia), nessuno stacco cedola.
3) Conti Correnti e Depositi: Questi sopra i 100.000€ potranno essere in pericolo, qualora le risorse delle categorie sopra elencate esaurissero.
In sostanza, se la vostra banca è in pericolo patrimoniale e voi siete titolari di uno di questi titoli, vi state assumendo un rischio enorme. Perchè? Continuate a leggere e capirete il perchè.
PROBLEMI DEL BAIL-IN
Sostanzialmente, quando pensiamo ad una crisi bancaria pensiamo ai fatti del 2008 con la crisi Lehman Brothers o comunque ad un fatto associato al fallimento di una banca. In realtà, per avviare la procedura del Bail-In basta pochissimo: se una banca italiana non dovesse superare uno stress test, la Bce forzerà quella banca a rientrare subito nei requisiti stabiliti per l'equilibrio patrimoniale, il che significa già applicare la procedura del bail-in.
Volete un esempio reale? Questo articolo del Sole24Ore di un anno fa (Clicca qui per l'articolo) parla di 4 banche italiane in serio pericolo. Tra queste Monte dei Paschi di Siena (la cui vicenda è nota a tutto il pubblico), Carige, Banco Popolare di Vicenza e Banco Popolare di Milano. Bene...per modo di dire. Sapete Carige cosa ha fatto recentemente? Non ha rimborsato alcune delle sue obbligazioni bancarie(Leggete QUI). Per non parlare di Popolare di Vicenza, al centro di vari scandali riguardanti le proprie azioni, proprio ieri non ha superato lo Srep (test della Bce sulla patrimonializzazione delle banche) insieme a Veneto Banca.
IL TEST DELLA BCE
Non uno stress test ma simile. SREP (Supervisory Review and Evaluation Process), una revisione che la Bce sottopone a tutte le banche. Giusto ieri sono state promosse le grandi Intesa e Mediobanca insieme a Bpm (frutto del recente aumento di capitale). Rischio medio per Unicredit, Ubi, Bper, Banco Popolare, Popolare di Sondrio, Mps e Carige (salvata in extremis qualche giorno fa). Bocciate Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
IN CONCLUSIONE...
Cosa voglio dire con questo? Semplice, le banche dal 1 gennario 2016 non sono più sinonimo di sicurezza in quanto i requisiti patrimoniali cambiano, così come cambiano i patrimoni delle banche. Inoltre, molte banche, a chi non ha più di 100.000€ (ma che coincidenza...) propone l'acquisto dei "SICURI" titoli obbligazionari....e alla meglio un po' di azioni "SICURISSIME" della banca.
L'investimento presume un certo grado di diversificazione così come la protezione del capitale. SEMPRE!
L'ULTIMA CHICCA
Le poste sono sicure...sì...giusto un mese fa si sono quotate ed ora emettono AZIONI, giusto qualche mese prima del Bail-In. In tutto ciò, il Tesoro (che ha venduto la sua partecipazione...mica scemi) ha incassato meno di quanto previsto, 3,1 miliardi € contro 3,7 preventivati.
Di quali strumenti si può servire la banca quando effettuerà il Bail-In?
1) Azioni: I primi a rimetterci saranno gli azionisti, i quali vedranno una svalutazione delle proprie azioni. Questa svalutazione è tutta a favore della banca di cui si è azionisti e la riduzione in conto capitale potrebbe essere molto cospicua. Qui si sono inclusi i titoli subordinati.
2) Obbligazionisti: Subito dopo arriveranno gli obbligazionisti, i quali inizialmente non vedranno lo stacco delle cedole e in seguito, se non già dall'inizio, vedranno una svalutazione in conto capitale dei propri titoli. Le ripercussioni su di essi possono essere quindi molteplici: svalutazione, allungamento della scadenza dei titoli (famoso Haircut stile Grecia), nessuno stacco cedola.
3) Conti Correnti e Depositi: Questi sopra i 100.000€ potranno essere in pericolo, qualora le risorse delle categorie sopra elencate esaurissero.
In sostanza, se la vostra banca è in pericolo patrimoniale e voi siete titolari di uno di questi titoli, vi state assumendo un rischio enorme. Perchè? Continuate a leggere e capirete il perchè.
PROBLEMI DEL BAIL-IN
Sostanzialmente, quando pensiamo ad una crisi bancaria pensiamo ai fatti del 2008 con la crisi Lehman Brothers o comunque ad un fatto associato al fallimento di una banca. In realtà, per avviare la procedura del Bail-In basta pochissimo: se una banca italiana non dovesse superare uno stress test, la Bce forzerà quella banca a rientrare subito nei requisiti stabiliti per l'equilibrio patrimoniale, il che significa già applicare la procedura del bail-in.
Volete un esempio reale? Questo articolo del Sole24Ore di un anno fa (Clicca qui per l'articolo) parla di 4 banche italiane in serio pericolo. Tra queste Monte dei Paschi di Siena (la cui vicenda è nota a tutto il pubblico), Carige, Banco Popolare di Vicenza e Banco Popolare di Milano. Bene...per modo di dire. Sapete Carige cosa ha fatto recentemente? Non ha rimborsato alcune delle sue obbligazioni bancarie(Leggete QUI). Per non parlare di Popolare di Vicenza, al centro di vari scandali riguardanti le proprie azioni, proprio ieri non ha superato lo Srep (test della Bce sulla patrimonializzazione delle banche) insieme a Veneto Banca.
IL TEST DELLA BCE
Non uno stress test ma simile. SREP (Supervisory Review and Evaluation Process), una revisione che la Bce sottopone a tutte le banche. Giusto ieri sono state promosse le grandi Intesa e Mediobanca insieme a Bpm (frutto del recente aumento di capitale). Rischio medio per Unicredit, Ubi, Bper, Banco Popolare, Popolare di Sondrio, Mps e Carige (salvata in extremis qualche giorno fa). Bocciate Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
IN CONCLUSIONE...
Cosa voglio dire con questo? Semplice, le banche dal 1 gennario 2016 non sono più sinonimo di sicurezza in quanto i requisiti patrimoniali cambiano, così come cambiano i patrimoni delle banche. Inoltre, molte banche, a chi non ha più di 100.000€ (ma che coincidenza...) propone l'acquisto dei "SICURI" titoli obbligazionari....e alla meglio un po' di azioni "SICURISSIME" della banca.
L'investimento presume un certo grado di diversificazione così come la protezione del capitale. SEMPRE!
L'ULTIMA CHICCA
Le poste sono sicure...sì...giusto un mese fa si sono quotate ed ora emettono AZIONI, giusto qualche mese prima del Bail-In. In tutto ciò, il Tesoro (che ha venduto la sua partecipazione...mica scemi) ha incassato meno di quanto previsto, 3,1 miliardi € contro 3,7 preventivati.
giovedì 26 novembre 2015
Il CRASH dei mercati è dietro l'angolo...ecco i motivi
Sembrerò uno dei classici disfattisti o "gufi" della finanza, ma se dico questa cosa pubblicamente, esponendomi in questo modo, è perché credo fortemente che sui mercati c'è qualcosa che non va e che sembra sia grave. Qui mi limito ad elencare gli elementi che vanno a favore della mia tesi
1) Aumento della volatilità su Azionario: L'azionario europeo, prendendo come riferimento il Dax, presenta un aumento della volatilità che, ahimè, sugli indicatori più classici non viene mai identificata in tempo ma, osservando le singole candele, è lampante l'aumento della volatilità. La volatilità è sintomo di paura e soprattutto INCERTEZZA, parola che ai mercati non piace.
2) Mercato dei Bond con rendimento negativo: Risulta assolutamente anomalo il fatto che il mercato, oltre alle banche centrali con le loro manovre espansive, continui a comprare titoli di Stato governativi. Siamo arrivati al punto che il prezzo di alcuni titoli senza cedola (vedi asta dei CTZ del 25/11) è salito al punto tale che si ottengono rendimenti NEGATIVI. Sì, esatto, investite dei soldi e ve ne tornano di meno di quanti ne avete investiti. Ah, il rendimento negativo è garantito! Secondo il mio modesto parere, alcuni operatori si stanno mettendo al sicuro, o meglio, mettono al sicuro il proprio capitale in quanto preferiscono vedere un -0,5% all'anno rispetto, magari, ad un rendimento ancora minore proveniente da altri comparti. I bond sono per ora visti come bene rifugio in quanto garantiti, non solo dagli Stati, bensì dalle banche centrali.
3) FED pronta ad alzare tassi: Direi anche pronta a far crollare i mercati se dovesse alzare i tassi con queste condizioni di mercato. Azionari e Bond ipercostosi, dollaro iper-forte e materie prime sottoquotate (per via dell'iper-dollaro). Se la Fed dovesse abbassare i tassi, onde evitare shock sul mercato dei cambi (EURUSD) e di conseguenza sulle importazioni ed esportazioni dei paesi emergenti ed emersi (vedi Cina, Russia, Australia, Brasile, molto legati alle materie prime), i prezzi del mercato azionario dovrebbero fisiologicamente scendere per compensare l'anomalia presente sul mercato obbligazionario. A maggior ragione, l'aumento della volatilità giustifica questo evento.
4) Effetto gregge su EurUsd e correlazioni con azionario: Molti operatori sono convintissimi di un rialzo tassi Fed e di EurUsd a 1 entro la fine dell'anno. Non c'è cosa migliore per descrivere l'effetto gregge presente ora sui mercati. Se la Fed dovesse alzare i tassi a dicembre, probabilmente vedremo EurUsd scendere inizialmente per poi riprendere la sua corsa verso livelli più accettabili (1,15-1,20). Il caso vuole che tra EurUsd e azionario ci sia correlazione negativa. Quando scende EurUsd sale il Dax e viceversa.
CONCLUSIONE: Facendo un Mix di tutti questi fattori, collegandoli tra loro, esce fuori un quadro inquietante. CI sono troppi elementi che fanno presagire un crollo, guarda il caso, mentre tutti aspettano il rally di natale.
1) Aumento della volatilità su Azionario: L'azionario europeo, prendendo come riferimento il Dax, presenta un aumento della volatilità che, ahimè, sugli indicatori più classici non viene mai identificata in tempo ma, osservando le singole candele, è lampante l'aumento della volatilità. La volatilità è sintomo di paura e soprattutto INCERTEZZA, parola che ai mercati non piace.
3) FED pronta ad alzare tassi: Direi anche pronta a far crollare i mercati se dovesse alzare i tassi con queste condizioni di mercato. Azionari e Bond ipercostosi, dollaro iper-forte e materie prime sottoquotate (per via dell'iper-dollaro). Se la Fed dovesse abbassare i tassi, onde evitare shock sul mercato dei cambi (EURUSD) e di conseguenza sulle importazioni ed esportazioni dei paesi emergenti ed emersi (vedi Cina, Russia, Australia, Brasile, molto legati alle materie prime), i prezzi del mercato azionario dovrebbero fisiologicamente scendere per compensare l'anomalia presente sul mercato obbligazionario. A maggior ragione, l'aumento della volatilità giustifica questo evento.
4) Effetto gregge su EurUsd e correlazioni con azionario: Molti operatori sono convintissimi di un rialzo tassi Fed e di EurUsd a 1 entro la fine dell'anno. Non c'è cosa migliore per descrivere l'effetto gregge presente ora sui mercati. Se la Fed dovesse alzare i tassi a dicembre, probabilmente vedremo EurUsd scendere inizialmente per poi riprendere la sua corsa verso livelli più accettabili (1,15-1,20). Il caso vuole che tra EurUsd e azionario ci sia correlazione negativa. Quando scende EurUsd sale il Dax e viceversa.
CONCLUSIONE: Facendo un Mix di tutti questi fattori, collegandoli tra loro, esce fuori un quadro inquietante. CI sono troppi elementi che fanno presagire un crollo, guarda il caso, mentre tutti aspettano il rally di natale.
CTZ: il giallo dei rendimenti negativi. Che si prospetti un inizio anno col "botto"?
Pubblico qui un estratto di un articolo circa l'anomalia che si sta riscontrando sui CTZ con i rendimenti negativi e con un bid to cover esagerato (sopra il 5). In sostanza, leggete l'estratto preso dal sito www.indieforex.com
Il Tesoro italiano apre la prima giornata di aste per chiudere la raccolta di novembre. Tra i vari titoli in asta, questa volta ci focalizziamo sui CTz: €1,5 miliardi offerti, scadenza 30 agosto 2017, ultima chiamata per la presentazione delle domande fissata entro le ore 11:00 del giorno 25 novembre 2015 (con le supplementari entro le 15:30 del 26/XI).
Il Tesoro italiano apre la prima giornata di aste per chiudere la raccolta di novembre. Tra i vari titoli in asta, questa volta ci focalizziamo sui CTz: €1,5 miliardi offerti, scadenza 30 agosto 2017, ultima chiamata per la presentazione delle domande fissata entro le ore 11:00 del giorno 25 novembre 2015 (con le supplementari entro le 15:30 del 26/XI).
Il meccanismo è noto: "sarà quello dell’asta marginale con determinazione discrezionale del prezzo di aggiudicazione e della quantità emessa all'interno dei predetti intervalli di emissione. L’ammontare collocato sarà determinato escludendo le offerte formulate a prezzi ritenuti non convenienti sulla base delle condizioni di mercato. Sono ammesse a partecipare all'asta le banche italiane, comunitarie ed extracomunitarie, nonché le società di intermediazione mobiliare e le imprese di investimento comunitarie ed extra comunitarie (...) Detti operatori partecipano in proprio e per conto terzi. Le domande di partecipazione devono essere inoltrate con indicazione, per ogni richiesta, del relativo prezzo offerto".
Massimo cinque offerte formulabili, prezzo diverso per ciascuna e importo minimo (cap. nominale) fissato a €500k. Insomma, nulla di nuovo e solito iter nonché condizioni da seguire per queste emissioni.
Anomalie - E' quanto avviene in seguito, invece, che risulta interessante. Partiamo con la Domanda che, a sorpresa, totalizza ben €7880,4 milioni: un Rapporto di Copertura che viaggia su un interessantissimo x 5,253. Per ben capire la magnitudine dell'evento basta sbirciare nell'archivio del Mef che, diligentemente, ci ricorda come nell'asta del 27-28/10/2015 lo stesso valore riportasse un ben più modesto fattore di moltiplicazione del 2,12...CONTINUA (CLICCA QUI)
lunedì 23 novembre 2015
Comprereste mai titoli di Stato? E le obbligazioni bancarie?
Una domanda ai lettori...ma voi comprereste mai dei titoli di Stato in questo momento storico di mercato?
I rendimenti nominali superano di poco l'1% su base decennale (10yrs), mentre i rendimenti reali rasentano oscillano tra lo 0-1%. Alcuni di questi titoli di Stato offrono invece rendimenti reali negativi (vedi titoli governativi tedeschi).
Non so chi comprerebbe mai qualcosa che rende poco e costa tanto.
Le obbligazioni bancarie? Beh, quelle offrono rendimenti sicuramente superiori! Peccato però per un "piccolo" dettaglio. Le obbligazioni bancarie, subito dopo le azioni, sono oggetto di quello che dal 1 gennaio 2016 verrà definito come Bail-In. Se la banca dovesse essere in difficoltà, attingerà capitali prima dagli azionisti (ad esempio svalutando le azioni), poi le azioni subordinate (che hanno in pochi risparmiatori) e poi le obbligazioni bancarie. Che caso, vero?
Qui, rischiate di rimanere letteralmente intrappolati nel caso in cui la banca dovesse soffrire.
Ciò che personalmente mi preoccupa di più è in generale tutta la situazione di mercato: azionario inondato da liquidità e che quindi sale artificiosamente; obbligazionario in bolla, sospinto dalle manovre espansive delle banche centrali. Gli equilibri sono veramente precari e non sarebbe così traumatico vedere un crash nelle prossime settimane date queste premesse.
I rendimenti nominali superano di poco l'1% su base decennale (10yrs), mentre i rendimenti reali rasentano oscillano tra lo 0-1%. Alcuni di questi titoli di Stato offrono invece rendimenti reali negativi (vedi titoli governativi tedeschi).
Non so chi comprerebbe mai qualcosa che rende poco e costa tanto.
Le obbligazioni bancarie? Beh, quelle offrono rendimenti sicuramente superiori! Peccato però per un "piccolo" dettaglio. Le obbligazioni bancarie, subito dopo le azioni, sono oggetto di quello che dal 1 gennaio 2016 verrà definito come Bail-In. Se la banca dovesse essere in difficoltà, attingerà capitali prima dagli azionisti (ad esempio svalutando le azioni), poi le azioni subordinate (che hanno in pochi risparmiatori) e poi le obbligazioni bancarie. Che caso, vero?
Qui, rischiate di rimanere letteralmente intrappolati nel caso in cui la banca dovesse soffrire.
Ciò che personalmente mi preoccupa di più è in generale tutta la situazione di mercato: azionario inondato da liquidità e che quindi sale artificiosamente; obbligazionario in bolla, sospinto dalle manovre espansive delle banche centrali. Gli equilibri sono veramente precari e non sarebbe così traumatico vedere un crash nelle prossime settimane date queste premesse.
domenica 22 novembre 2015
Ecco perché la Fed non dovrebbe alzare i tassi a dicembre
Molti, anzi specifico, la maggioranza degli operatori di mercato vede e attende un rialzo dei tassi di interesse nella prossima riunione della Fed di dicembre. I tassi di interesse dovrebbero essere alzati di uno 0,25%, in modo graduale. Ma perchè? Quale sarebbe la causa scatenante?
A parte le parole dei banchieri centrali, in questo caso la Yellen, non ci sono le condizioni reali per un rialzo dei tassi di interesse, fattore che influisce direttamente sulla componente finanziaria di un'economia.
INFLAZIONE E TASSO DI CAMBIO
L'inflazione negli Usa è pari allo 0,20% mentre i tassi Fed sono nella forchetta 0-0,25%. La condizione peggiore, almeno per quanto riguarda la macroeconomia generale, è quella di aumentare i tassi di interesse con un'inflazione prossima allo 0%. Un rialzo dei tassi aumenta il costo del denaro, aumenta il valore reale della moneta (e dei debiti) influendo così su una diminuzione dell'inflazione.
Il problema è che l'inflazione Usa è già prossima allo 0% e il rialzo dei tassi potrebbe portare al pericolo deflazione, condizione non proprio ottimale un'economia come quella USA.
Il tasso di cambio EurUsd è altamente pressato al ribasso (dollaro forte) e il mercato sembra prezzare già un rialzo dei tassi, tant'è che ci stiamo avvicinando al minimo annuale intorno a 1,05. Questa condizione non è ideale per l'economia Usa che vedrebbe un superdollaro sui mercati valutari con ripercussioni estreme sulle economie che incentrano la propria attività sullo scambio di materie prime (quotate in dollari) che diverrebbero appunto troppo costose.
IL PROBLEMA MERCATI AZIONARI. BOLLA?
Le obbligazioni non rendono più da tempo. Perchè? Semplicemente, non è il mercato ad aver comprato obbligazioni per i rendimenti che offrivano, ma le banche centrali con le loro manovre espansive. Inoltre, la cosa più insolita, è che il flight to quality non c'è più, infatti il prezzo delle obbligazioni e delle azioni vanno di pari passo. Questa situazione non si vedeva dal "lontano" triennio 2008-2011.
Le obbligazioni prezzano troppo alte per il rendimento che offrono? Oppure i mercati azionari sono saliti unicamente per via del fatto di essere l'unico mercato "redditizio" dal quale prendere qualche rendimento? Beh, entrambe le cose.
Secondo me, alla luce di queste premesse, non mi risulta molto azzardato dire che entrambi i mercati, sia obbligazionario che azionario, si trovano in BOLLA. Se la Fed dovesse decidere di alzare i tassi, lo scoppio della bolla e le conseguenze disastrose sui mercati potrebbe vedere la luce già nel primo trimestre del 2016.
LA SOLUZIONE?
Un buon tampone a questa situazione potrebbe essere un rialzo del cambio EurUsd verso quote più alte, 1,18-1,20 per così consentire agli Usa di poter effettivamente rialzare i tassi a seguito di un aumento dell'inflazione. Il tutto aiuterebbe anche i mercati che ruotano attorno al commercio di materie prime.
A parte le parole dei banchieri centrali, in questo caso la Yellen, non ci sono le condizioni reali per un rialzo dei tassi di interesse, fattore che influisce direttamente sulla componente finanziaria di un'economia.
INFLAZIONE E TASSO DI CAMBIO
L'inflazione negli Usa è pari allo 0,20% mentre i tassi Fed sono nella forchetta 0-0,25%. La condizione peggiore, almeno per quanto riguarda la macroeconomia generale, è quella di aumentare i tassi di interesse con un'inflazione prossima allo 0%. Un rialzo dei tassi aumenta il costo del denaro, aumenta il valore reale della moneta (e dei debiti) influendo così su una diminuzione dell'inflazione.
Il problema è che l'inflazione Usa è già prossima allo 0% e il rialzo dei tassi potrebbe portare al pericolo deflazione, condizione non proprio ottimale un'economia come quella USA.
Il tasso di cambio EurUsd è altamente pressato al ribasso (dollaro forte) e il mercato sembra prezzare già un rialzo dei tassi, tant'è che ci stiamo avvicinando al minimo annuale intorno a 1,05. Questa condizione non è ideale per l'economia Usa che vedrebbe un superdollaro sui mercati valutari con ripercussioni estreme sulle economie che incentrano la propria attività sullo scambio di materie prime (quotate in dollari) che diverrebbero appunto troppo costose.
IL PROBLEMA MERCATI AZIONARI. BOLLA?
Le obbligazioni non rendono più da tempo. Perchè? Semplicemente, non è il mercato ad aver comprato obbligazioni per i rendimenti che offrivano, ma le banche centrali con le loro manovre espansive. Inoltre, la cosa più insolita, è che il flight to quality non c'è più, infatti il prezzo delle obbligazioni e delle azioni vanno di pari passo. Questa situazione non si vedeva dal "lontano" triennio 2008-2011.
Le obbligazioni prezzano troppo alte per il rendimento che offrono? Oppure i mercati azionari sono saliti unicamente per via del fatto di essere l'unico mercato "redditizio" dal quale prendere qualche rendimento? Beh, entrambe le cose.
Secondo me, alla luce di queste premesse, non mi risulta molto azzardato dire che entrambi i mercati, sia obbligazionario che azionario, si trovano in BOLLA. Se la Fed dovesse decidere di alzare i tassi, lo scoppio della bolla e le conseguenze disastrose sui mercati potrebbe vedere la luce già nel primo trimestre del 2016.
LA SOLUZIONE?
Un buon tampone a questa situazione potrebbe essere un rialzo del cambio EurUsd verso quote più alte, 1,18-1,20 per così consentire agli Usa di poter effettivamente rialzare i tassi a seguito di un aumento dell'inflazione. Il tutto aiuterebbe anche i mercati che ruotano attorno al commercio di materie prime.
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