Trump vuole un dollaro più debole (giustamente) mentre Powell sta facendo palesemente tagli dei tassi solo ed esclusivamente per agire sul mercato valutario.
UN DOLLARO SUPER-FORTE
Negli ultimi mesi, il dollaro ha continuato ad apprezzarsi contro tutte le major ad eccezione dello Yen. Contro Euro siamo passati da 1,25 del 2018 a 1,1050 (area di minimi) di quest'anno, in pratica un apprezzamento del 10%. Su Sterlina la situazione è ancora più marcata mentre sul Franco Svizzero la situazione è relativamente stabile.
Il Dollar Index ha toccato quest'anno quota 99,40 registrando +12% dal 2018.
Il dollaro si è apprezzato molto e questo è giustamente un problema per le esportazioni degli USA, ma soprattutto c'è il problema relativo al debito e all'inflazione.
DOLLARO E DEBITO PUBBLICO
Il debito pubblico USA è andato oltre 22 trilioni di USD, mentre il rapporto debito/PIl è al 106.10%.
Questi numeri devono essere contestualizzati a ciò che è successo in passato, altrimenti non capiremo mai l'entità reale della gravità della situazione USA.
Il rapporto debito/Pil degli USA nel 2009 era dell'82,1%, nel 2018 è 106,10%. Un aumento su base 9 anni del +29,23%.
Il debito pubblico è passato dagli 11 trilioni di USD del 2009 ai 23 trilioni del 2019. Un incremento del debito pubblico di oltre il 100%.
In pratica abbiamo avuto un raddoppio del debito pubblico con un ovvio aumento del rapporto debito/pil del 30% in 9 anni.
La situazione è stata contenuta bene, ossia, il PIL è riuscito a fare da cuscinetto al forte aumento del debito pubblico MA...dal 2009 il Dollar Index registra un aumento del 33%.
UNA SITUAZIONE AL LIMITE
Ebbene sì, gli USA hanno gestito bene la situazione debito/PIl aumentando la quantità di moneta con i vari QE (aumento de debito) aumentando contestualmente il PIL e l'inflazione. La situazione a livello macro è ottima con numeri eccezionali per quanto riguarda Pil Occupazione ecc.
Il vero problema risiede nel dollaro. Un aumento del debito nominale del 100% in 10 anni è appesantito da un apprezzamento del dollaro di oltre il 30%. Questo apprezzamento del dollaro fa sì che il Valore Reale del debito aumenti del 30% rispetto a 10 anni fa (es.: gli 11 trilioni del 2009 sono pari a 14 trilioni nel 2019).
TRUMP, POWELL E TASSI DI INTERESSE
Trump vuole un dollaro debole, Powell vuole gestire bene una situazione al limite.
La situazione a livello di inflazione è ottima: 1,8% (perfettamente nei target).
Questa situazione, in realtà, è perfetta per una stabilizzazione dei tassi o addirittura per un aumento, non per un ribasso.
Tagliare i tassi con un'inflazione nei target e un'economia a gonfie vele potrebbe portare l'economia ad una situazione di iperinflazione, una delle spirali da evitare per un banchiere centrale insieme alla deflazione.
Trump vuole un abbassamento dei tassi per deprezzare il dollaro, Powell si trova costretto ad assecondare Trump in quanto, effettivamente, il dollaro è veramente troppo forte.
In pratica, se la situazione Inflazione dovesse sfuggire di mano, potrebbe scoppiare una vera e propria bomba a livello finanziario dove un dollaro debole aiuta sicuramente il rimborso dei titoli di Stato, ma allo stesso tempo rischia di portare l'economia reale nell'iperinflazione che comporta inevitabilmente ad una politica di aumento dei tassi mandando nel caos il sistema bancario che avrebbe difficoltà sulle coperture a lungo termine.
BANCHE CENTRALI SBILANCIATE
In zona euro abbiamo costi del denaro molto bassi. In Europa i tassi stanno a 0% e sembra che la situazione inflazione non voglia migliorare fino al raggiungimento dei target. Questo proseguimento delle politiche espansive porta inevitabilmente ad un conto salato per i cittadini europei quando i tassi di interesse risaliranno a livelli normali. In Svizzera abbiamo dei tassi negativi mentre in UK la situazione è abbastanza equilibrata che non giustifica assolutamente un ribasso della sterlina di lungo termine (Volatilità su Brexit permettendo).
COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE?
Powell ha aperto ad un nuovo taglio dei tassi di uno 0,25%. Ecco cosa potrebbe succedere nei prossimi mesi:
1) Trend del USD in ribasso per via del taglio tassi e propensione a comprare major con possibilità di ripresa del costo del denaro come EUR (tassi allo 0%) e GBP (unica con situazione ottimale per un aumento sano dei tassi)
2) Aumento dei prezzi delle materie prime, soprattutto quelle a protezione dall'inflazione (in possibile aumento negli USA con un taglio dei tassi) come Oro e Argento
3) Ripiego tecnico del mercato azionario molto forte per via dei forti squilibri sui tassi di interesse tra le diverse aree geografiche
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